Laura Dahlmeier è morta. La conferma definitiva di una tragica notizia ormai data per altamente probabile è arrivata nel pomeriggio di mercoledì 30 luglio. La comunicazione arriva dal management dell’ex biathleta, che ha inviato un comunicato stampa all’emittente televisiva tedesca ZDF. “Sulla base di quanto riscontrato dal sorvolo in elicottero e dalla descrizione della gravità delle lesioni fatta da chi era con lei si assume che Laura Dahlmeier sia morta sul colpo”.
Attorno alle ore 12:00 locali di lunedì 28 luglio, la due volte campionessa olimpica è stata travolta da una frana sul Laila Peak, all’altitudine di 5.700 metri. Il pericolo di caduta massi è rimasto alto e non è stato possibile raggiungerla. Un elicottero ha sorvolato la zona dell’incidente, senza riscontrare alcun segno di vita.
Non potendo raggiungere il luogo della disgrazia, i soccorritori non hanno potuto fare altro che prendere pragmaticamente atto delle circostanze. Dahlmeier era nella regione da giugno. Il Laila Peak era la seconda cima da scalare nel suo programma. Aveva già completato l’ascesa della Grande Torre Trango lo scorso 8 luglio.
Dahlmeier, che avrebbe compiuto 32 anni il prossimo 22 agosto, è una delle figure più prominenti nella storia del biathlon. Pur avendo avuto un’attività agonistica molto breve, è stata capace di conquistare tutti gli allori possibili. Quattro medaglie d’oro individuali ai Mondiali tra il 2016 e il 2017, la Coppa del Mondo assoluta nell’inverno 2016-17 e due ori olimpici individuali a PyeongChang 2018.
Solo sette donne nella storia del biathlon sono state capaci di vincere tutto e, in tal senso, solo Magdalena Neuner era stata più precoce di lei. Precocità riscontrata anche nel ritiro. Laura nel marzo 2019 aveva deciso di dire basta, affermando di non essere più motivata e di desiderare una “vita normale” al di fuori dello sport professionistico. L’ascensione alpina era da sempre una delle sue passioni.