La giudice per l’udienza preliminare di Milano, Rossana Mongiardo, ha deciso di archiviare l’indagine per violenza sessuale che vede indagati Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommy Gilardoni. L’avvocato Stefano Benvenuto, legale della 22enne che ha sporto denuncia, si era opposto all’archiviazione, ma la giudice ha accolto la richiesta della procura.
Per la giudice gli elementi a carico degli indagati “non possono essere ritenuti idonei a fondare un giudizio di ragionevole previsione di condanna”, secondo i dettami della riforma Cartabia. “Pur non potendo concludere” con la stessa certezza del pm “che la persona offesa abbia preso parte agli atti sessuali con piena cognizione di causa”, aggiunge la giudice, i video (per cui è stato chiesto rinvio a giudizio per revenge porn) non rappresentano “in maniera equivoca una coercizione da parte degli indagati”.
Mongiardo conclude: “Certamente, la condotta degli indagati è connotata da profonda superficialità e scarso rispetto della persona offesa, come dimostra il tenore dei messaggi scambiati, ma non tale da assurgere, per quello che si è detto, a rilevanza penale”.
L’avvocato della presunta vittima
“è un provvedimento a mio avviso contraddittorio e incompleto, e che non tiene conto di molteplici mie contestazioni. Nei prossimi giorni valuterò la migliore azione da intraprendere anche alla luce dei limiti di impugnazione, imposti dal Codice di procedura penale, conseguenti al provvedimento emesso”, ha dichiarato all’Adnkronos il legale della ragazza.
Benvenuto ha diffuso una nota con le parole della sua assistita: “Questo provvedimento è contro la mia dignità di donna, è contrario alla realtà dei fatti e alle dichiarazioni dei testimoni, è contrario alle intercettazioni e alle prove in mano all’avvocato Stefano Benvenuto, mio difensore, al quale ho già conferito un nuovo mandato per la Corte di Bruxelle. Non ho intenzione di fermarmi qui”.
L’accusa di revenge porn
Mentre la procura di Milano chiedeva l’archiviazione della prima indagine, è stato chiesto il rinvio a giudizio per revenge porn, la diffusione di immagini senza il consenso della vittima. L’accusa riguarda due distinti episodi ed è aggravata per l’uso dello “strumento telematico”.
I video a contenuto sessuale di La Russa e Gilardoni
L’incontro tra La Russa e la presunta vittima sarebbe stato filmato dal giovane e inviato all’amico deejay, tramite Whatsapp, “un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato” che ritraeva la giovane senza il suo “consenso”, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e della pm Rosaria Stagnaro.
A Gilardoni, 26 anni, viene invece contestato l’aver inoltrato – nell’agosto successivo – un video a un amico estraneo ai fatti. Il 26enne, “dopo averlo realizzato”, avrebbe inoltrato il contenuto su Whatsapp. Immagini a “contenuto sessualmente esplicito” diffuse, per la procura, “senza il consenso della ragazza”.
La notte in discoteca
La presunta violenza sarebbe avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023. La Russa e la presunta vittima si sono incontrati nel club milanese Apophis, locale frequentato dai 20enni dell’alta borghesia milanese. Nella denuncia la ragazza, arrivata nel locale con alcune amiche, ha raccontato di avere preso due drink con Leonardo e di non ricordarsi più nulla fino al risveglio a mezzogiorno, il mattino seguente, nel letto del giovane, di fianco a lui. Nuda.
La denuncia
Chieste spiegazioni, Leonardo La Russa le avrebbe risposto che, con suo amico, l’avevano portata a casa dopo la discoteca. Leonardo avrebbe avuto “un rapporto con lei sotto effetto di sostanze stupefacenti”, così come l’amico. La giovane a quel punto avrebbe inviato un messaggio a un’amica, che era in discoteca con lei, per chiederle cosa fosse successo: “Penso ti abbia drogata. Non mi ascoltavi. Ho provato a portarti via non riuscendovi”, avrebbe risposto l’amica.