di
Gaia Piccardi
L’azzurra da domani alle Wta Finals con un team ricreato. Sdoganata in panchina Errani dopo il tentativo infruttuoso di inserire lo spagnolo Marc Lopez nel team
Nel girone di ferro delle Wta Finals che scattano domani a Riad, la nuova Mecca del tennis, insieme alla valchiria Aryna Sabalenka e all’attacco a due punte degli Usa, Coco Gauff e Jessica Pegula, c’è anche l’arma segreta che la Federtennis ha mandato in Arabia Saudita per terremotare ancora una volta le gerarchie del ranking femminile, in mano a gigantesse, campionesse dall’anticipo letale e alle superpotenze (gli Stati Uniti hanno qualificato al Master la metà delle otto giocatrici). Lei. Jasmine Paolini.
Di Jas sappiamo che è nata in Garfagnana, è cresciuta a Bagni di Lucca, è emersa relativamente tardi — ma i tempi di maturazione non sono pronosticabili — presa per mano da un bravo coach, Renzo Furlan, da cui ha deciso di separarsi proprio quando il lavoro di anni aveva cominciato a fruttare e i semi sparsi per il circuito a diventare bellissimi fiori. Il primo titolo nel 2021, la finale della Billie Jean King Cup con la compagnia delle celestine nel 2023, piccola luce nel momento più cupo della malattia della capitana Tathiana Garbin, un 2024 da incorniciare: il Master 1000 di Dubai, le due finali Slam back to back a Parigi e Londra, l’oro olimpico in doppio con Sara Errani, la Davis delle ragazze chiudendo l’anno nelle top 5 (n.4). È a marzo di quest’anno, a ridosso della semifinale a Miami, che Paolini taglia il cordone con Furlan. C’è chi, lontano dalla comfort zone, sbanda, vacilla. Jasmine ha sbagliato a Madrid ma si è rifatta con gli interessi a Roma (singolo e doppio), ha incassato qualche inopinata sconfitta al primo turno e non ha brillato negli Slam (gli ottavi di Parigi come traguardo più avanzato), però ha reagito a Cincinnati e battuto per la prima volta Swiatek a Wuhan, in Cina, agguantando la qualificazione alle Finals. Nulla di tutto ciò era scontato.
«Negli Slam c’è da recriminare ma se sei n.8 del mondo significa che la costanza non ti manca» sottolinea coach Barbara Rossi, talent di Sky insieme a Raffaella Reggi, ex n.13 (correva l’88): ci guidano nelle tappe della ricostruzione di un talento che, per esprimere il tennis migliore, necessita di una forma fisica al top. «Jasmine è piccolina, non ha un servizio con cui pensare di poter fare il punto diretto. Allora si affida alle variazioni — spiega Rossi —. Ma può contare su una grande forza fisica, su due piedi reattivi che la portano ovunque e sulla capacità di leggere il match: a Roma, per dire, non ha giocato una partita uguale all’altra». Dimagrita, sdoganata in panchina Errani dopo il tentativo infruttuoso di inserire lo spagnolo Marc Lopez nel team, Paolini è tornata affilata. Da coach occulta a coach alla luce del sole: il salto di qualità ha richiesto questo percorso di liberazione. «A Cincinnati, nella battaglia in tre set con Kudermetova, un’indicazione tecnica di Sara ha permesso a Jasmine di conquistare il match. È chiaro chi ha in mano il discorso tecnico» conferma Reggi. Con Federico Gaio prezioso uomo di campo concessole dalla Federazione e Danilo Pizzorno ben più che match analist («La conosce da quando è bambina, è stato importante nel pulirle i colpi: Furlan non lasciava passare troppo tempo senza che lui vedesse Jas» racconta Rossi), la squadra adesso è completa.
Il lavoro sulla stabilità dei colpi, che nello choc del divorzio da Furlan rischiava di andare perduta, ha permesso che l’equilibrio rifacesse ordine nel gioco dell’azzurra: «Dritto e rovescio hanno riacquistato potenza, il posizionamento sugli avampiedi in risposta è più offensivo, le variazioni per contrastare chi la sovrasta fisicamente e come ritmo, Sabalenka e Anisimova, sono cresciute». Insomma, alla vigilia di questa meritate Finals, Jasmine sembra tornata Paolini. «Si vede che c’è armonia in campo e fuori — osserva Reggi —. Ha ritrovato anche sorriso e leggerezza, che fanno parte dei suoi talenti». Avanti così, quindi. «Errani è un coach molto tattico, ora sul fatto che si sappia che è allenata da Sara, Jasmine sembra tranquilla» chiosa Rossi. E la polemica sul doppio: ne gioca troppi? «Il doppio le ha dato tanto: la risposta aggressiva, le buone sensazioni, l’allenamento. Gli anni passano, andrà gestito».
Poteva diventare un rebus, invece Jas è di nuovo certezza.
31 ottobre 2025 ( modifica il 31 ottobre 2025 | 06:56)
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