di
Roberto De Ponti

il 31 ottobre del 1975 la Emi pubblicava la canzone simbolo dei Queen

Esattamente 50 anni fa, il 31 ottobre del 1975, la EMI pubblicò il singolo dei Queen entrato nella storia della musica: Bohemian Rhapsody. Lo fece controvoglia: troppo lunga, dicevano. E infatti: numero uno in Gran Bretagna per 9 settimane tra il 1975 e il 1976, nuovamente al primo posto – questa volta per 5 – nel 1991, quando fu ripubblicata dopo la morte di Mercury. E ancora nel 2018, dopo il successo del biopic da Oscar. Bohemian Rhapsody è il Sacro Graal, la “miglior canzone di sempre” secondo un sondaggio del Guinness dei Primati, la “canzone del secolo” in base a una votazione della BBC nel 2000, la “migliore interpretazione vocale nella storia del rock” per i lettori di Rolling Stone, la “canzone più ascoltata in streaming nel XX secolo”, con 2 miliardi di ascolti certificati a fine 2008. Il primo videoclip musicale della storia. Così nel libro Queen Opera Omnia (Giunti) Roberto De Ponti racconta la genesi di un capolavoro.

“Voglio farti sentire una cosa”, disse Freddie Mercury a Roy Thomas Baker, produttore dei Queen, nel suo appartamento in Holland Road. Si mise al pianoforte e cominciò a cantare una ballata che ancora non aveva un titolo.
Poi si bloccò all’improvviso: “Che ne pensi?”. “Mi sembra molto buona” rispose Baker. “Ok, ora ascolta. Qui è dove comincia la parte operistica”.
Baker guardò Freddie incredulo: “La parte operistica?”. “Certo”, replicò convinto Mercury. “Oh my God”. Baker prima scoppiò a ridere, ma poco alla volta capì che Mercury diceva sul serio e si lasciò convincere: si era sempre fidato delle sue intuizioni. Stava nascendo Bohemian Rhapsody. La sera a cena i due spiegarono la proposta agli altri componenti della band che, complice anche qualche bicchiere di vino, risposero ok. Mercury: “Era una canzone che volevo da parecchio tempo. Si tratta di tre diverse canzoni che ho riunito in una sola”.

Le registrazioni cominciarono il 24 agosto 1975 al Rockfield Studio 1, nel Sud del Galles. Titolo provvisorio: Real Life. Baker: “Freddie si presentava con foglietti scarabocchiati, appunti scritti su pagine dell’elenco telefonico, pezzi di carta sparpagliati, note indicate in maniera incomprensibile: era impossibile per chiunque capire che cosa stesse combinando ma lui aveva ben chiaro in testa quello che voleva”. Il risultato fu una suite di 5 minuti e 53 secondi divisa in 5 sezioni. Servirono 3 settimane per registrare l’intero pezzo, passando per le mitologiche 180 sovraincisioni separate. nComposto ed eseguito il capolavoro, rimaneva il problema di farlo conoscere. Freddie: “La EMI era scioccata: ‘Sei minuti? State scherzando!’. Abbiamo incontrato numerosi ostacoli…”.



















































Ostacoli aggirati con l’aiuto dell’amico Kenny Everett, DJ di Capital Radio. “Ho fatto questa cosa, non so se funzionerà” disse Freddie a Everett. Everett ascoltò e impazzì letteralmente. Baker: “Ci chiese di lasciargli il nastro; rispondemmo: ‘Ok, promettici però che non la manderai in onda’. ‘Ma certo!’, disse lui con una strizzatina d’occhio”. Tutti sapevano che la promessa non sarebbe stata mantenuta: il DJ mandò in onda Bohemian Rhapsody nel solo weekend qualcosa come 14 volte. Il centralino della radio venne tempestato da telefonate di ascoltatori che chiedevano di chi fosse quella canzone, e il lunedì una folla di fan invase i negozi di dischi, solo per sentirsi dire che il singolo non era ancora stato pubblicato. La EMI corse ai ripari e lo stampò in fretta e furia: era venerdì 31 ottobre 1975.

In un lampo Bohemian Rhapsody divenne numero uno. Ma non bastava: i Queen sarebbero entrati per la seconda volta con la stessa canzone nella storia del rock. Merito di Top Of The Pops, il programma TV nel quale si alternavano, in playback, cantanti e gruppi in classifica. May: “Dovevamo presentarci per eseguire la nostra canzone ma avevamo un concerto alla Dundee’s Caird Hall il giorno della nostra apparizione in TV. Così abbiamo deciso che l’avremmo fatto ma a modo nostro”. La band optò per un video. Costo totale dell’operazione: 4 mila sterline. Quando il video venne trasmesso per la prima volta a Top Of The Pops il 20 novembre 1975, i Queen avevano creato un nuovo genere: il videoclip musicale.

Una volta superato in meno di due mesi il milione di copie vendute, Bohemian Rhapsody si è trovata a dover rispondere alla domanda dei fan: ma cosa significa questa canzone? Domanda a cui non è mai stata data una risposta. “Sono solo sciocchezze in rima casuale”, minimizzò Mercury, “parla di relazioni…”. Ancora Freddie: “Odio analizzare le mie canzoni nei dettagli. La gente mi chiede di che cosa parli Bohemian Rhapsody e io rispondo: ‘Non lo so’. Penso che rovinerebbe il mito e quella specie di mistica che i fan hanno creato”. Resiste la versione più accreditata, quella secondo cui il testo conterrebbe un coming out di Freddie riguardo alla propria omosessualità, una confessione ricca di sensi di colpa, soprattutto nei confronti della madre: “Mamma, ho appena ucciso un uomo”. Cioè se stesso. Creando così una leggenda.

31 ottobre 2025