Pogacar, come si fa a non parlare di lui nel ciclismo attuale? Atleta fenomenale, questo è certo, ma cosa c’è alle sue spalle e cosa muove questo ragazzo di soli 26 anni? Nel mondo dello sport i fenomeni esistono e lo sono anche grazie ad una serie di persone, di staff e di aziende che si muovono nei dietro le quinte.
E alle spalle di Pogacar c’è anche tanto Made in Italy e non è un segreto. Colnago e DMT, Fizik e Pissei, ma anche un artigiano delle ruote che da molti anni è partner ufficiale di Enve per il Service Course, per lo sviluppo dei prodotti dedicati ai pro’. Enve affida l’assemblaggio proprio a Filippo Rinaldi e al suo staff di Pippowheels, dove tutti sono appassionati e pedalatori.
Fenomeno Pogacar, ma con lui c’è tanto Made in Italy
Ogni ruota è tensionata a mano (foto Pippowheels)
Una parte dello staff Pippowheels
Fenomeno Pogacar, ma con lui c’è tanto Made in Italy
Ogni ruota è tensionata a mano (foto Pippowheels)
Una parte dello staff Pippowheels
Filippo, come nasce la collaborazione con il team?
Attraverso la conoscenza ed i rapporti che abbiamo da anni con Colnago e dove è stato presentato tutto il progetto Enve dedicato al team. Per tutto quello che riguarda questa e altre collaborazioni non sono solo io, ma dietro le quinte ci sono una serie di competenze ed eccellenze, di fatto c’è lo staff dell’azienda Pippowheels.
Quale è il tuo ruolo e quello del tuo staff?
Soddisfare le esigenze del team. Ogni esigenza e richiesta tecnica, nel più breve tempo possibile. Da Enve abbiamo carta bianca.
Controlli severi in azienda e staandard elevati grazie anche a macchinari sofisticati (foto Pippowheels)
L’assemblaggio è fatto completamente in azienda (foto Pippowheels)
Controlli severi in azienda e staandard elevati grazie anche a macchinari sofisticati (foto Pippowheels)
L’assemblaggio è fatto completamente in azienda (foto Pippowheels)
Riesci a quantificare l’impegno che viene richiesto?
Siamo costantemente in contatto con il team, con periodi più blandi e tranquilli che si alternano a momenti di grande pressione. Se dovessi quantificare l’impegno dell’azienda potrei dire che il 30 per cento del tempo è dedicato al team, ma abbiamo un vantaggio. E’ quello legato agli elevati standard qualitativi che adottiamo, approvati da Enve e dalla squadra. Significa apportare modifiche minime tra le ruote standard e quelle specifiche per la squadra. Tutte le ruote Enve che escono da Pippowheels rientrano nei parametri richiesti dalla UAE Emirates.
Puoi raccontare qualcosa in merito alle richieste del team?
Prendo ad esempio l’ultima versione delle ruote Pro usata al Tour. È un progetto partito al training camp invernale del 2024. Ha richiesto più di un anno di sviluppo ed un blend di soluzioni mai usate in precedenza, per ogni singolo componente, mozzi, raggi e tensioni, cerchio. Ha vinto il Tour e per noi è una soddisfazione immensa.
Le nuove Enve Pro viste in modo ufficiale all’ultimo Tour (foto Alen Milavec)
All’azienda è richiesto grande impegno, ma le soddisfazioni sono impagabili
Le nuove Enve Pro viste in modo ufficiale all’ultimo Tour (foto Alen Milavec)
All’azienda è richiesto grande impegno, ma le soddisfazioni sono impagabili
Ti confronti anche con i corridori, oppure fai riferimento esclusivamente al performance staff UAE Emirates-XRG?
Entrambi, ma il rapporto è diretto con lo staff dei meccanici, soprattutto con Alberto Chiesa e con il performance staff. Con gli atleti c’è un confronto durante i training camp.
E’ la prima volta che sei coinvolto in questo modo in un progetto tecnico?
Non è la prima volta. Pippowheels collabora con i team pro’ e con importanti aziende da sempre, ma è la prima volta che è stato instaurato un progetto così profondo e duraturo.