Tasse non pagate per quasi 1,3 miliardi di euro. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari di Monza ha ordinato un sequestro preventivo del medesimo importo alla holding lussemburghese che controlla il gruppo Campari, noto a livello mondiale peri suoi aperitivi e alcolici.

Il sequestro arriva all’intero di un’inchiesta penale della procura di Monza che ipotizza la violazione dell’articolo 3 della legge 74 del 2000 che regola i reati fiscali. Una frode fiscale per la quale sono indagati Luca Garavoglia, l’azionista di controllo del gruppo Campari e il manager Giovanni Berto, oltre alla società lussemburghese Lagfin.

Cosa contesta la procura di Monza

Secondo la procura, che ha coordinato il lavoro della guardia di finanza di Milano, la società Lagfin della famiglia Garavoglia, al vertice del gruppo milanese, avrebbe posto in essere una fusione per incorporazione della sua controllata italiana Alicros, intermedia rispetto alla Davide Campari spa (uno schema di controllo cosiddetto “a cascata”), senza pagare le tasse su una plusvalenza da “exit tax” calcolata in 5,3 miliardi di euro.

Una plusvalenza, dicono gli inquirenti, non dichiarata al fisco italiano facendo comparire la Campari come ancora controllata da un’entità italiana quando invece il controllo, e con esso la plusvalenza, erano fuggite all’estero.