Ministro Katz: procuratore generale militare «sarà rimosso dall’incarico» dopo la fuga di notizie sul video di abusi in carcere

Il procuratore generale delle Forze di difesa d’Israele (Idf), Yifat Tomer-Yerushalmi, «sarà rimossa dall’incarico a causa del suo presunto coinvolgimento nella fuga di notizie di un video di sorveglianza del centro di detenzione di Sde Teiman». Lo ha detto Israel Katz, ministro della Difesa israeliano, in una nota su X, secondo cui «alla luce della gravità dei sospetti e della sensibilità del ruolo – responsabile dell’applicazione della legge e della definizione delle norme giuridiche in tutte le Idf – non vi è alcuna possibilità che torni alla sua funzione». 

Katz ha poi affermato che avvierà la procedura di selezione per la figura di un nuovo procuratore generale militare, la cui approvazione è soggetta all’autorità del ministero della Difesa.

​Questa settimana, le Idf hanno avviato un’indagine sulla fuga di un video di sorveglianza dalla struttura di detenzione di Sde Teiman, nel deserto del Negev, vicino al confine con la Striscia di Gaza, in cui militari israeliani abuserebbero di un detenuto palestinese.

Lo hanno fatto sapere le stesse Idf in una nota su X. Le immagini, circolate nell’agosto 2024, mostrano militari a Sde Teiman isolare uno dei detenuti, che giaceva a faccia in giù sul pavimento, e poi circondarlo con scudi antisommossa, commettendo il presunto abuso. Il detenuto sarebbe stato successivamente portato via per cure mediche a causa delle gravi ferite riportate. 

All’inizio di quest’anno, i procuratori militari di Israele hanno presentato un atto d’accusa contro cinque soldati di riserva per l’abuso. Secondo quanto reso noto dalle Idf, come parte dell’indagine viene esaminato il possibile coinvolgimento di individui dell’ufficio del procuratore militare generale nella diffusione del video.

Al momento quindi è stato punito il procuratore generale dell’Idf, per non aver impedito la diffusione del video sugli abusi in carcere, e non gli autori degli abusi (solo uno è stato condannato).

La sospensione di Tomer-Yerushalmi ha anche importanti implicazioni strategiche, ha scritto il Jerusalem Post, non solo per i casi di Sde Teiman, ma anche per la capacità di Israele di difendersi nei casi internazionali di crimini di guerra dinanzi alla Corte internazionale di giustizia e alla Corte penale internazionale, essendo lei il principale funzionario legale responsabile di tali questioni.

Il 6 febbraio, un tribunale dell’IDF ha condannato un riservista dell’IDF che aveva abusato dei detenuti di Gaza a Sde Teiman a sette mesi di reclusione, la prima pena detentiva importante inflitta a un soldato in relazione alla guerra.

All’epoca, il Comitato pubblico contro la tortura in Israele ha affermato che la pena era stata del tutto inadeguata a scoraggiare tali comportamenti.

All’epoca, secondo quanto appreso e scritto dal Jerusalem Post, la Procura militare considerava le percosse particolarmente gravi, poiché erano state inflitte più volte a diversi detenuti.

Nel «grande» caso di abuso di Sde Teiman, cinque soldati sono stati incriminati il 19 febbraio per violenza sessuale. Le udienze preliminari al rinvio a giudizio si sono tenute lo scorso novembre. 

La sospensione di Tomer-Yerushalmi era giustificata, ha affermato Katz, aggiungendo che il caso Sde Teiman era una «calunnia» contro i soldati israeliani. Tuttavia, esistono prove significative che i soldati abbiano commesso crimini contro il detenuto palestinese, scrive il Jerusalem Post.

Piuttosto, l’indagine sulla fuga di notizie sul video suggerisce che, parallelamente ai soldati che hanno commesso i presunti crimini, anche gli ufficiali dell’IDF, compresi forse quelli della divisione legale dell’IDF, potrebbero aver commesso una violazione o un crimine divulgando prove contro i soldati.

Al contrario, l’obiettivo delle difese dei soldati è stato quello di cercare di rallentare e indebolire il caso dell’accusa perseguendo la fuga di notizie del video e sostenendo che i soldati hanno agito per legittima difesa, aggiunge il scrive il Jerusalem Post.

Sde Teiman è una base militare nel Negev che è stata trasformata in un centro di detenzione durante la guerra tra Israele e Hamas. Vi erano detenuti palestinesi catturati a Gaza in base alla Legge sui combattenti illegali, che consente la detenzione temporanea senza un ordine del tribunale.
Ci sono state gravi accuse di abusi nella struttura di Sde Teiman. Diversi media hanno riportato notizie di percosse, bendaggi prolungati, mancanza di cure mediche e altri maltrattamenti nei confronti dei detenuti.

Il 29 luglio 2024, la polizia militare ha arrestato nove riservisti sospettati di aver gravemente maltrattato un detenuto palestinese nella struttura. Secondo quanto riportato, il detenuto presentava gravi lesioni interne, tra cui costole rotte e lacerazioni rettali, racconta il scrive il Jerusalem Post.