Da settimane tiene banco la controversia familiare tra Vittorio Sgarbi e sua figlia Evelina, preoccupata per le condizioni di salute del padre e decisa alla nomina di un tutore di sostegno. Martedì 28 ottobre 2025 si è tenuta la prima udienza, il giudice ha deciso di riservarsi la decisione per 15 giorni, mentre la giovane ha presentato un’istanza per ricusare la giudice, ritenuta da lei parziale. Ora a parlare è Sabrina Colle, compagna dell’ex critico d’arte, con una lettera a Samantha De Grenet, mandata in onda nella puntata di giovedì 31 ottobre a La Volta Buona. Una missiva rivolta a colei che conosce da tempo e che nelle scorse puntate si era schierata a suo favore. 





La lettera 

«Purtroppo durante questo lungo periodo le nostre attenzioni per proteggere Vittorio sono state da alcune persone deliberatamente equivocate, come se avessimo voluto isolarlo dal mondo esterno, questa è tra le tante menzogne dette, la più dura da accettare. Contrariamente a quello che è stato riferito, Vittorio non è stato mai isolato, persino nei momenti più bui e cioè durante la degenza al Policlinico Gemelli, ha potuto sempre contare sul sostegno dei familiari. Penso a sua sorella Elisabetta che si è praticamente trasferita a Roma, o a sua figlia Alba che da Tirana è venuta molte volte a trovarlo.

Dei collaboratori e financo di importanti personalità della cultura e delle istituzioni, perché ritenevamo che le relazioni con altre persone potessero aiutarlo a superare la depressione», si legge. 

«Come si può insinuare la calunnia che ci fosse un tentativo di isolarlo dagli altri? È questa la falsità che oggi ci fa più male, perché abbiamo sempre assecondato le volontà di Vittorio, anche quando, come è giusto che fosse, desiderava stare da solo, comprensibile per una persona che, come tu stessa hai ricordato, ribelle, esuberante e a volte sopra le righe, non voleva mostrarsi in un momento di così evidente fragilità», continua.


«Un pudore che andava rispettato come noi abbiamo sempre fatto. Al contrario c’è chi non si è fatto scrupolo di trasformare una vicenda dolorosa in un tema mediatico, violando i più elementari doveri di discrezione e di riservatezza. Spiace che alcuni organi di informazione abbiano violato queste regole venendo meno non solo a precisi obblighi deontologici ma al basilare rispetto della persona umana», scrive. «Tante le notizie false e dette, alcune per superficialità, altre volutamente, alle quali abbiamo risposto con il silenzio, per non essere complici della grande speculazione mediatica tuttora in corso. Silenzio che non ci impedirà di ricorrere nelle sedi opportune perché alcuni siano chiamati a rendere conto delle gravi e reiterate diffamazioni. La nostra priorità è prenderci cura di Vittorio, non di cercare facili ribalte. Tutto questo ha un solo nome: amore», conclude.  




Ultimo aggiornamento: venerdì 31 ottobre 2025, 17:34





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