La voce è praticamente identica, tanto che si ha il dubbio di parlare con il fratello maggiore Lorenzo, invece è Stefano Masciarelli a fare un bilancio del suo primo anno da under 23. Il più giovane dei due fratelli abruzzesi sta diventando grande e in questa stagione con la Aran Cucine ha imparato tanto. La bicicletta è ferma in garage da un paio di settimane, da quando alla Coppa del Mobilio ha guardato tutti dal gradino più alto del podio (in apertura indossa la maglia dedicata al vincitore).
«Era da un po’ di tempo che pensavo a quella gara – racconta da casa Stefano Masciarelli – perché me ne avevano parlato parecchio ed ero curioso di scoprire come fosse. Si divide in due prove, una al mattino e l’altra al pomeriggio. La prima è stata una cronometro lunga, di 30 chilometri. Mentre la seconda era una gara in linea di 132 chilometri. La somma dei tempi avrebbe poi dato la classifica finale. Ho concluso la cronometro al terzo posto, mentre la gara su strada al secondo, così ho vinto la generale».


Una cronometro impegnativa, era la prima volta su una distanza così importante?
Sì, ed è stata parecchio dura. Avevo già fatto una prova contro il tempo ma era al Giro Next Gen e su una distanza di gran lunga inferiore, meno di 10 chilometri.
Trenta chilometri sono stati difficili da gestire?
Non molto, ho deciso di seguire un ritmo e l’ho tenuto per tutto il tempo. Certo, gli ultimi quattro chilometri ho spinto senza guardare più il computerino, ero a tutta. Ho fatto anche un paio di errori, perché in una rotonda sono entrato male e ho perso tempo. Non sarebbe cambiato molto perché sono arrivato terzo a due minuti dal primo, quindi bene così.


Hai chiuso il tuo primo anno da under, com’è andato?
Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto. A inizio anno non mi aspettavo nemmeno di poter stare bene, invece penso sia stato un periodo molto positivo. Al di là dei risultati comunque ho risposto bene anche a livello di numeri. Nella seconda parte di anno ho avuto qualche difficoltà in più, invece. Dopo il Giro Next Gen sono stato colpito da un virus che mi ha debilitato parecchio.
Ti sei diviso tra gare nazionali e internazionali, come ti sei trovato?
E’ stato un bel modo per approcciarmi alla categoria under 23. In realtà ho corso anche tante corse regionali, alla fine sono utili per trovare il ritmo. Negli appuntamenti nazionali sono riuscito a fare ottimi risultati. Credo si vada forte ovunque ormai, solamente che nelle corse internazionali ci sono molti più corridori di alto livello, di conseguenza emergere diventa difficile.




Come ti sei trovato con la Aran Cucine?
Molto bene, anche mio padre e mio zio hanno corso qui, conosciamo bene la realtà e la squadra. Penso sia stata una cosa positiva, così come il fatto di conoscere alcuni dei compagni.
Qual è la cosa che ti porti via da questo primo anno?
Forse ho preso un po’ più di consapevolezza nei miei mezzi. Ho visto che se sto bene posso fare qualche risultato. Inoltre il team ha fatto un calendario completo, con gare importanti dove ho avuto modo di fare esperienza e mettermi alla prova contro i corridori più forti al mondo.


La corsa che ti è piaciuta maggiormente?
Il Giro Next Gen, per il tipo di gara e per il fatto che sembrava di essere a quello dei grandi. Insomma avere RCS che organizza una gara non succede tutti i giorni.
Che inverno sarà? A sentire tuo papà e tuo fratello in casa sei quello che ama meno il ciclocross.
Mi piace come sport, però non credo di essere troppo adatto per correre nel fango. Mi manca qualcosa a livello tecnico, ad esempio saltare gli ostacoli rimanendo sulla bici. Di solito faccio qualche garetta giusto per passione e divertimento, ma preferisco la strada.


Hai pensato quali farai?
Quest’anno penserò più a prepararmi per la stagione su strada, visto anche il cambio di team.
Dove andrai?
Il prossimo anno correrò con la SC Padovani Polo Cherry Bank, un bel salto perché è una squadra continental. Però mi sento pronto per fare questo passo nuovo, il 2025 mi è servito tanto e ora vorrei mettermi alla prova anche nelle corse all’estero.