Roma, 30 luglio 2025 – Anche l’Italia deve fare i conti con i fenomeni naturali. Un problema non certo inedito, ma che sta vivendo una escalation da non sottovalutare. Una situazione fotografata in maniera puntuale dal Rapporto Ispra 2024 sul dissesto idrogeologico presentato oggi, mercoledì 30 luglio. Dai dati si capisce infatti come addirittura il 94,5% dei comuni italiani risulti essere a rischio frana, alluvione, erosione costiera o valanghe. Rispetto al 2021 è aumentata di un valore pari al 15% la superficie in Italia soggetta a pericolo di frana, con significativi incrementi da segnalare in particolar modo nella provincia Autonoma di Bolzano (+61,2%), in Toscana (+52,8%), in Sardegna (+29,4%) e in Sicilia (+20,2%). Nelle aree ad alto rischio frane vivono quasi 6 milioni di italiani.
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La mappa del rischio frane
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Il Rapporto Ispra per il 2024
Secondo le analisi effettuate l’Italia si conferma tra i Paesi dell’Europa più esposti al pericolo frane. I dati aggiornati dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, che Ispra ha raccolto con l’aiuto di Regioni, Provincie autonome e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa), registrano una quantità di frane censite sul territorio italiano pari a oltre 630mila. Di queste, circa il 28% è dotato di una “dinamica estremamente rapida e un elevato potenziale distruttivo anche per le vite umane”. Stando a quanto si legge nei Piani di Assetto Idrogeologico (Pai), si è passati da un totale di 55.400 chilometri quadrati di territorio a rischio smottamento del 2021 ai 69.500 del 2024. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha inoltre specificato come in Italia siano stati ben 5.7 milioni gli italiani residenti in zone considerate pericolose: oltre 582mila famiglie, 742mila edifici, quasi 75mila unità locali di impresa e 14mila beni culturali sono concentrati nelle aree a maggiore rischio frana.
La mappa del rischio alluvioni
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Erosioni costiere e valanghe
Per quanto concerne il fenomeno dell’erosione costiera, bisogna segnalare un trend positivo che vede una crescita dei tratti in avanzamento (+30 chilometri) a scapito di quelli in erosione. Tra il 2006 e il 2020 sono stati oltre 1890 i chilometri di spiagge che hanno subito cambiamenti da evidenziare: si tratta di un valore pari a circa il 23% della costa italiana (56% delle sole spiagge), con 965 chilometri in avanzamento e 934 in erosione. La superficie territoriale italiana potenzialmente esposta a pericoli valanghivi è di 9.238 chilometri quadrati, equivalenti al 13,8% del territorio montano che supera gli 800 metri di quota. Prendendo in esame questa volta il Repertorio ReNDiS, acronimo di Repertorio Nazionale degli interventi finanziati per la difesa del suolo, sono stati quasi 26mila gli interventi censiti negli ultimi 25 anni per i quali è stato necessario il finanziamento totale di 19,2 miliardi di euro. Per sostenere le politiche di prevenzione e intervento dei fenomeni naturali è nata la piattaforma pubblica IdroGeo, un assistente virtuale che dialoga con l’utente e gli permette di conoscere nuove informazioni sul dissesto idrogeologico.
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Valle d’Aosta tra le regioni ad alto rischio frane
Il territorio regionale più soggetto a frane in Italia è quello della Val d’Aosta, per la maggior parte composto da zone ad alto rischio con una possibilità del pericolo superiore al 90%. La regione montuosa al confine settentrionale, tuttavia, non consiste nell’unica zona geografica dove il pericolo frane raggiunge valori percentuali molto alti: punte di oltre l’80% si registrano anche nel circondario di Napoli e al confine tra Campania e Puglia, in alcuni territori della Maremma, nel bergamasco e nella Sardegna sud-occidentale. La regione che invece si conferma, secondo i dati del 2024, la più soggetta a rischio alluvioni è l’Emilia-Romagna, in particolare la zona della Pianura Padana al confine con il Veneto e la Lombardia. Si segnalano forti rischi alluvioni anche nella costa veneto-friulana e in alcuni tratti di quella toscana.