Anche la sesta edizione del Premio italiano di Architettura – l’ambito riconoscimento, nato dal sodalizio tra le istituzioni di Triennale Milano e MAXXI di Roma, che ogni anno collaborano per la valorizzazione dell’architettura italiana, premiando opere realizzate da progettisti italiani o attivi in Italia – ha i suoi vincitori!

Stavolta è toccato all’istituzione milanese ospitare la cerimonia di premiazione, svoltasi ieri pomeriggio alla presenza di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Maria Emanuela Bruni, Presidente della Fondazione MAXXI, Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, Lorenza Baroncelli, Direttore Dipartimento MAXXI Architettura e Design Contemporaneo, Pippo Ciorra, Senior curator MAXXI Architettura e Mirko Zardini, architetto.

Cresce l’importanza del riconoscimento e con questo anche i progetti candidati. Così il verdetto della giuria ha assegnato Il Premio per il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni all’AMPLIAMENTO E VALORIZZAZIONE DELL’ACCADEMIA CARRARA A BERGAMO di Antonio Ravalli Architetti.

Sono seguite le menzioni speciali ad Antonio De Rossi, Laura Mascino, Matteo Tempestini (Politecnico di Torino), Edoardo Schiari e Maicol Guiguet (Coutan Studio) per la RIQUALIFICAZIONE DELLE EX CASERMETTE DI MONCENISIO, ad Associates Architecture per il progetto ECHO OF THE MOUNTAIN e a Studio Albori per il PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE.

Come consuetudine, è stato assegnato anche il Premio alla Carriera, la cui scelta quest’anno è ricaduta all’unanimità su GIORGIO GRASSI.

I progetti dei vincitori e dei finalisti del Premio italiano di Architettura sono riuniti in una mostra in Triennale Milano che resterà aperta dal 30 ottobre al 2 novembre.

Le candidature per il Premio al miglior edificio sono state affidate a un gruppo di esperti, nominati da Triennale e MAXXI, che hanno decretato anche l’assegnazione del Premio alla Carriera. 
La giuria internazionale della sesta edizione Premio italiano di Architettura era composta da Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale; Lorenza Baroncelli, Direttore Dipartimento MAXXI Architettura e Design contemporaneo; Pippo Ciorra, Senior curatorMAXXI Architettura, Tosin Oshinowo, architetto, e Mirko Zardini, architetto.
La giuria ha deliberato i vincitori su una shortlist di noveprogetti finalisti individuati su trentunocandidature

foto: © Gianluca Di Ioia

Premio al miglior edificio o intervento realizzato negli ultimi tre anni
Ampliamento e valorizzazione dell’Accademia Carrara, Bergamo 2024

→ Antonio Ravalli Architetti

Il progetto sviluppato in collaborazione con INOUTarchitettura – punta a connettere gli spazi interni rinnovati con nuovi servizi, come giardino e caffetteria, in linea con i musei contemporanei orientati all’esperienza del visitatore.

Dopo l’inaugurazione degli interni nel gennaio 2023, l’intervento è stato completato con un’apertura verso l’esterno, rafforzando il dialogo tra museo e città.

Situato ai piedi della Città Alta, sotto le mura venete, il progetto si sviluppa lungo le antiche strutture in pietra che proteggevano l’edificio dalla collina e dalle acque. Questa fascia di transizione diventa il luogo di una nuova architettura, dove pietra, acqua, legno, metallo e tracce archeologiche si intrecciano in una narrazione spaziale aperta verso il parco urbano.

Il nuovo collegamento è pensato come percorso esperienziale, articolato tra rampe, scale, ascensore e punti di sosta panoramici. Il visitatore può uscire nel giardino, accedere alla caffetteria o rientrare nel museo, vivendo un itinerario fatto di pause, scorci e contemplazione.

Motivazione della giuria: “Al progetto di Antonio Ravalli va il merito di aver raggiunto due obiettivi importanti: la riorganizzazione di accessi e circolazione interna del museo e la realizzazione di nuovi servizi ai visitatori, come giardino e caffetteria. Il corpo lineare che si insinua tra la facciata occidentale e il basamento di pietra che mediava tra l’edificio e il paesaggio antistante è allo stesso tempo un portico, una rampa, un elemento di distribuzione, un sistema di nuovi spazi affacciati sulla città. La sua forma, volutamente incerta, si adatta al contesto e all’edificio esistente, incorporando elementi e materiali diversi: pietra, acqua, legno, metallo e resti archeologici.”

Premio alla carriera a Giorgio Grassi

La giuria ha deciso all’unanimità di assegnare il premio alla carriera a Giorgio Grassi, architetto e docente milanese, “per la qualità, la rilevanza e il rigore del suo percorso disciplinare e professionale dagli anni Cinquanta a oggi. Membro essenziale del gruppo di autori di tendenza che tra Milano e Venezia rifondavano negli anni Sessanta l’architettura sulla base dei valori di urbanità, continuità, autonomia, Grassi ha caratterizzato il proprio lavoro per l’altissimo livello di integrità e coerenza. A partire dallo studio dei tessuti urbani storici, Grassi ha costruito una logica ferrea e consequenziale del progetto architettonico, che attraversa gli scritti, i bellissimi disegni e gli edifici realizzati senza perdere forza e nitidezza concettuale. I suoi lavori più importanti – il teatro di Sagunto, i vari interventi a Berlino, la biblioteca di Groningen – costituiscono un lascito denso ed essenziale al futuro dell’architettura italiana e internazionale.”

Le 3 menzioni
Riqualificazione delle ex casermette di Moncenisio

→ Antonio De Rossi · Laura Mascino · Edoardo Schiari · Matteo Tempestini · Maicol Guiguet

Il progetto di rigenerazione delle ex Casermette di Moncenisio punta a rivitalizzare una piccola comunità alpina a 1.500 metri di quota, valorizzando un contesto ambientale e storico unico. Il recupero di due edifici militari dismessi si inserisce in una strategia di innovazione sociale, valorizzazione culturale e welfare di comunità.

Nel primo intervento, l’ex stalla è stata trasformata inserendo due volumi lignei indipendenti all’interno delle murature in pietra consolidate, creando un equilibrio tra memoria e contemporaneità. Realizzato in legno locale di larice da filiera corta, l’edificio sostiene l’economia della Val di Susa e garantisce efficienza energetica grazie a stufe a biomassa e pannelli fotovoltaici, che lo rendono energeticamente autonomo.

Il secondo edificio, vincolato sotto il profilo idrologico, è stato riconvertito in corti pavimentate in legno per attività culturali all’aperto; la sua volumetria sarà recuperata con un futuro intervento dedicato al wellness.

Sviluppato con l’Ecomuseo di Moncenisio, il progetto adotta un approccio essenziale e sostenibile, basato su materiali naturali, risorse locali e un profondo legame con il paesaggio alpino.

Motivazione della giuria: “Per il valore architettonico ma anche strategico del riuso di un manufatto abbandonato nel contesto di una più ampia visione di innovazione sociale, valorizzazione culturale e potenziamento del welfare di comunità nei territori interni italiani”

Ne avevamo parlato qui
Moncenisio, le ex Casermette rinascono residenze e centro polivalente per artisti in quota

foto: © Edoardo Schiari

Echo of the Mountain, 2024

→ Associates Architecture 

Situato al centro di un anfiteatro roccioso naturale, un’ex area mineraria sulle montagne di Dossena, il progetto Echo of the Mountain nasce per celebrare la memoria dei minatori che lavorarono nei siti di estrazione oggi dismessi.

Promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il monumento si inserisce in un luogo dalla forte identità storica, dove i primi insediamenti risalgono all’età del bronzo.

L’opera consiste in un recinto circolare ispirato alle recinzioni alpine tradizionali, che abbraccia una grande pietra scolpita dall’artista Francesco Paterlini, conferendole un valore simbolico e contemplativo. Il recinto è composto da un basamento in cemento, che si prolunga in una seduta semicircolare per le celebrazioni della comunità, e da una struttura in legno bruciato di forma piramidale che si innesta sul basamento, dialogando con il paesaggio montano circostante.

Motivazione della giuria: “per la sensibilità ambientale, architettonica e paesaggistica che ha saputo tradurre l’idea di monumento in un gesto semplice e poetico, condensando valori storici, estetici e sociali”

foto: © Associates Architecture

Padiglione Vaticano, 18. Biennale di Architettura di Venezia, 2023

→ Studio Albori

Relativo alla partecipazione della Santa Sede alla 18. Biennale di Architettura di Venezia, il progetto si articola tra il giardino temporaneo progettato da studio Albori nel cortile dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore e l’installazione di Álvaro Siza nella Manica Lunga.

Le figure umane di Siza accompagnavano i visitatori verso un orto-giardino aperto da maggio a novembre 2023, dove le coltivazioni, disposte in linee concentriche a forma di pesce, si fondevano con le aiuole esistenti in un disegno che richiama simboli e natura.

Pensato come spazio vivo, il giardino ha ospitato attività di coltivazione, raccolta, laboratori scolastici e osservazione del paesaggio, mentre le sue strutture – pergolati, serra, pollaio e aula all’aperto – sono costruite con materiali di recupero e risorse locali.

Terminata la Biennale, tutte le installazioni sono state smontate e ricollocate nel Bosco di Santo Pietro a Caltagirone, dove continueranno la loro vita nel Giardino dell’Amicizia sociale (GiadA).

Motivazione della giuria: “per la qualità concettuale oltre che compositiva nel trasformare l’occasione effimera di un evento in un lascito materiale per le comunità, e in un virtuoso processo di economia circolare in grado di coinvolgere diverse comunità, grazie al riuso di elementi provenienti da un edificio destinato alla demolizione, alla creazione di un orto aperto al pubblico, e offrendo una riflessione sul progetto come atto di cura”.

Ne avevamo parlato qui
Biennale Architettura 2023, il Padiglione della Santa Sede di Álvaro Siza e Studio Albori sull’Isola di San Giorgio Maggiore

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pubblicato il: 31/10/2025