Le parole dell’ex ds granata sul Torino di oggi e di ieri
L’ex direttore sportivo del Torino, Gianluca Petrachi, è tornato a parlare in una lunga intervista concessa a Tuttomercatoweb. Il dirigente, che ha guidato l’area sportiva del club dal 2010 al 2019 — un periodo che ha visto il Toro passare dalla Serie B fino all’Europa League — ha scelto di soffermarsi non tanto sul passato, quanto sulla situazione attuale della squadra e sulle contestazioni che da tempo circondano il presidente Urbano Cairo: “Io sono arrivato che c’era già contestazione… la mia presentazione fu fatta con le bombe carta che esplosero nei pressi del posto in cui eravamo. Potete immaginare l’ambiente che ho trovato. Poi abbiamo ingranato e le contestazioni, fatte anche a Superga, sparirono via via. La gente ci è venuta dietro fino all’avvento in Europa. Poi io sono venuto via, non so da quel momento cosa sia accaduto verso il presidente ma di sicuro sono state fatte stagioni non belle. Qualcosa è stato sbagliato, il Toro ha rischiato anche di retrocedere ed è chiaro che torni il malcontento. I tifosi sono esasperati perché si è regrediti, però va detto che Cairo ha venduto ma ha anche comprato, e spendendo molto”.
Petrachi ha poi parlato del suo periodo da dirigente, ricordando come i budget a disposizione fossero diversi rispetto a quelli attuali: “Non ricordo di aver avuto io budget del genere, negli ultimi anni ha speso parecchio. Però gli unici giocatori venduti e che hanno fruttato diversi soldi sono figli dei mercati fatti da me, l’ultimo è stato Milinkovic-Savic ma prima di lui ce ne sono stati molti altri che ho portato io”.
Soffermandosi sul rapporto tra la piazza e il presidente, l’ex ds ha spiegato: “La cosa che per me contestano di più al presidente, è l’aver venduto sempre i giocatori più forti. Ogni tanto andrebbero tenuti per costruire qualcosa e raggiungere traguardi mai visti negli ultimi anni”. Infine, un commento sull’attuale squadra allenata da Marco Baroni e sulle difficoltà di inizio stagione: “Diciamo che capisco cosa hanno dentro i tifosi. Anche perché hanno un’alibi, e cioè la colpa è sempre di Cairo: è un cane che si morde la coda. Quest’anno il Torino ha una buona rosa, ma Baroni è partito a quattro e poi è passato a tre quando gli erano stati presi giocatori per giocare proprio a quattro. Sono situazioni che modificano il percorso, la partenza non bella del Torino è figlia anche di qualche equivoco. Poi Baroni è stato bravo a cambiare modulo e adesso sta decollando, anche perché ha giocatori che possono fare molto meglio”.
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