La tappa di Senigallia conferma il successo della prevenzione sulle spiagge accanto al campo da beach rugby. L’evento itinerante, ideato da Vittoria Assicurazioni, in collaborazione con FIR e LILT, non solo funziona, è una realtà consolidata
Daniela Cursi Masella
30 luglio – 12:08 – SENIGALLIA
Centoquaranta visite senologiche gratuite, 9 casi da approfondire. Sono questi i numeri registrati lo scorso week end dall’ultima tappa targata Vittoria for Women Tour. L’evento itinerante ideato da Vittoria Assicurazioni, in collaborazione con FIR e LILT, ha portato la prevenzione oncologica sulla spiaggia di Senigallia in occasione della finale del Trofeo Italiano Beach Rugby, attivando anche una raccolta fondi per sostenere le visite e gli esami offerti da LILT in occasione della campagna Nastro Rosa di ottobre, dedicata alla prevenzione del tumore al seno.
La risposta sociale si è tradotta in 784 euro. Quota che, aggiunta a quelle delle precedenti tappe, contribuirà a salvare, e allungare, delle vite. “Siamo orgogliosi per quello che siamo riusciti a realizzare ed esprimiamo la nostra gratitudine ai nostri partner e a tutte le persone che hanno lavorato con noi”. Con queste parole, Matteo Campaner, Amministratore Delegato di Vittoria Assicurazioni, ha celebrato lo strepitoso successo della sesta tappa del Vittoria for Women Tour.
origini e futuro di un’idea—
Quest’anno, il VittoriaBus si è parcheggiato a Pescara, Sassari, Rosolina Mare, Riccione, Circeo e Senigallia. L’impegno di Vittoria Assicurazioni nei confronti delle donne si è concretizzato anche nel campo da beach rugby, con un supporto che ha garantito la presenza di almeno 3 squadre femminili per ognuna delle 6 tappe del Vittoria for Women Tour. “Per noi è stato molto importante dall’inizio dei rapporti con FIR, creare una sinergia che avesse anche una ricaduta sociale. Quindi – spiega Matteo Campaner – non solo promuovere il nostro brand, ma cercare di lasciare qualcosa alle persone e ai territori che ci ospitano. Su questa base è nata l’idea del Vittoria for Women Tour. E’ successo poco più di 3 anni fa, con l’intuizione di concepire lo sport come veicolo di inclusione e prevenzione. E la risposta dell’ambiente rugbistico è stata immediata e meravigliosa. Con questo prezioso contributo, il Vittoria for Women Tour ha assunto un’identità che non ci aspettavamo, spingendoci, come da nostro DNA, a dare ogni anno qualcosa in più. E non ci fermeremo qui”.
l’impegno sociale di federugby—
Esistono luoghi dove le distanze vengono annullate. Dove è possibile sviluppare emozioni positive, socializzazione e appartenenza. Tra questi spicca il campo da rugby. Qui si parla di sorellanza e fratellanza. Stare insieme, conoscersi e riconoscersi non è un’opzione. È il presupposto per giocare. “La responsabilità sociale rientra nella nostra azione quotidiana. Noi – assicura Antonella Gualandri, vice presidente FIR – vogliamo giocare un ruolo di primo piano nel favorire una sana convivenza tra quelli che saranno gli adulti di domani. E abbiamo tutte le carte per farlo. Basti pensare che in molte club house si trova il motto “un rugbista è per sempre”: significa che chi fa sue le regole del nostro sport, impara a riconoscere e gestire le emozioni e cresce comprendendo ampiamente cosa sia il rispetto. Insegniamo ai giocatori a volere bene a loro stessi e a volersi bene l’un l’altro. I due elementi non sono mai scissi. Qualunque, raro, fenomeno legato al disagio giovanile viene immediatamente gestito coinvolgendo le famiglie”.
La coesione sociale e la parità di genere, per Federugby non sono uno slogan, ma elementi del regolamento per l’attività giovanile: bambine e bambini giocano insieme fino a 11 anni; e fino all’under 14, in barba ai principi di perfezionismo e di risultato veloce sdoganati dal contesto sociale, non esiste selezione. “Devono entrare in campo tutti. Per noi, prima del risultato sportivo viene la formazione, all’interno della quale ognuno sboccia con i suoi tempi e con le sue capacità”. Nel frattempo, i genitori restano fuori dal campo ed educatamente sugli spalti in attesa del terzo tempo che possa vederli partecipare attivamente. “Tanti ragazzi – testimonia Antonella Gualandri – hanno trovato nel rugby una famiglia per non deragliare. E tante famiglie un luogo dove fare comunità”.
il beach rugby con vittoria assicurazioni—
Quando arriva l’estate la palla ovale si sposta in spiaggia, ma non va in vacanza. “Il beach rugby – spiega la vice presidente FIR – ha un prezioso valore di continuità, andando a coprire un periodo in cui, al netto di mondiali ed europei, le attività tradizionali sono più rallentante, se non ferme”. Qui, giocatrici e giocatori si alternano sul campo, si fanno il tifo a vicenda, condividono la zona ombra e si alleano nella goliardia del terzo e quarto tempo. “Il numero delle giocatrici – promette – cresce e continuerà a crescere costantemente, anche grazie al nostro main sponsor Vittoria Assicurazioni”. Le 6 tappe del Trofeo italiano Beach Rugby targate “Vittoria for Women tour” sono il frutto di un rapporto consolidato: “Quella con Vittoria Assicurazioni non è una partnership commerciale, è un’amicizia basata sulla condivisione di valori. Ecco perché, da un accordo sulla nazionale maggiore si è passati al rugby giovanile e, da 3 anni, al Trofeo Italiano Beach Rugby, legato al supporto dei club femminili e alla prevenzione gratuita rivolta alle donne. Che cosa c’è di più bello se non diffondere il nostro sport e dare contemporaneamente l’occasione a tante persone di sottoporsi a visite gratuite accanto al campo da gioco?”. Se c’è qualcosa di più bello, FIR e Vittoria Assicurazioni lo rintracceranno. E lo porteranno sulle spiagge della stagione 2026.
Il trofeo italiano beach rugby—
Da Oristano a Senigallia, passando per 38 tappe e 17 regioni, il Trofeo Italiano Beach Rugby ha accolto 118 club maschili e 47 femminili. La sfida marchigiana ha consegnato il titolo 2025, rispettivamente, a The Rockets, che hanno superato in finale i Padova Beach (4-3), e alle Sabbie Mobili, che hanno confermato il successo ottenuto nel 2024 nell’ultimo atto contro le Spavalde (3-2 al “Golden Try”). Finale 3° – 4° posto: per la categoria maschile, Sabbie Mobili v Crazy Crabs, 4-7; per la categoria femminile, Patavium v Sabbiette, 4-3.
gender equality—
Maria Francesca Novelli è un arbitro. Per la precisione, una delle 106 donne (1.056 gli uomini) impegnata nel rugby arbitrato. “Per 6 anni – racconta – sono stata derogata, ossia ho portato avanti entrambe le cose: giocavo e arbitravo. Quando ho cominciato, ero convinta che ci sarebbe stata una disparità di sentimento tra le due attività. Poi, 4 anni fa, sono passata esclusivamente al ruolo di arbitro e oggi posso affermare che il sentimento per quello che faccio ora ha quasi superato il rugby giocato”. Come “official” della finale del Trofeo Italiano Beach Rugby testimonia un livello sulla sabbia sempre crescente. “Siamo in presenza di molte squadre strutturate, capaci di esprimere un ottimo gioco”. Maria Francesca Novelli fa parte di una nicchia rispetto al mondo dell’arbitraggio. Percentuale alla mano, le donne arbitro sono pari all’9,98%. Nessun gap, solo lo specchio di una scelta libera. “In campo e fuori dal campo – assicura – le donne non stanno reclamando nulla che gli uomini non riconoscano già. C’è parità. Anche nell’ambito arbitrale. Nel mondo del rugby le donne non devono dimostrare nulla. Veniamo riconosciute, non per il genere che siamo, ma solo per le persone che siamo. Non è una cosa scontata. Ma qui è una realtà”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA