Modena, 1 novembre 2025 – L’autore della strage di Cadrezzate è in fuga. Scomparso l’altra sera, complice il buio, dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, dopo aver scavalcato il muro della struttura, alto una decina di metri. Il 7 gennaio 1998 Elia Del Grande, allora 22enne, sterminò a fucilate tutta la famiglia: quella “notte maledetta” spezzò tre vite e cambiò per sempre la memoria collettiva di quel paesino tra i laghi del Varesotto. Fuggito in Svizzera subito dopo, fu fermato e interrogato, e rese subito una confessione. Per il triplice omicidio fu condannato prima all’ergastolo, pena poi ridotta in Appello a 30 anni. Grazie ai vari benefici ne trascorse in cella 25.

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Elia Del Grande ‘internato’ dal settembre scorso

Una volta scarcerato, fu sottoposto a libertà vigilata. Però, tra furti e molestie al vicinato, per lui è presto scattata una misura di sicurezza in quanto ritenuto dai giudici di Sorveglianza socialmente pericoloso. Collocato quindi nella struttura di Castelfranco Emilia come ’internato’, nel settembre scorso, avrebbe dovuto trascorrere nell’istituto un periodo di sei mesi, per poi ricevere una nuova valutazione a primavera. Ma l’altra sera (giovedì) ha scavalcato quel muro, attorno alle 20, e si è dileguato.

E’ caccia al killer in tutta Italia

E ora è caccia a Del Grande in tutto il territorio nazionale. Indagano i carabinieri e la polizia penitenziaria. Visti i precedenti del soggetto, gli inquirenti – che al momento non tralasciano nulla – probabilmente concentreranno le ricerche in particolare in Sardegna e nel Varesotto.

Quello della fuga non è un elemento nuovo nella storia di Elia Del Grande. Scappò subito dopo il delitto, quella notte, ma di lì a poco gli agenti svizzeri che, visti i documenti, lo fermarono in quanto le autorità italiane aveva già diramato la nota di rintraccio. Qui portato in caserma fu interrogato e rese la prima confessione. In seguito, tentò anche di evadere dal carcere di Pavia. Voleva fuggire in Sardegna e aveva pianificato tutto assieme alla sua compagna, chiamando un taxi, ma il piano sfumò e lui fa condannato anche per questo, a 8 mesi.

Eliminò la sua famiglia: “Un lago di sangue”

Quella notte di 27 anni fa, l’allora giovane Elia Del Grande eliminò la sua famiglia con due colpi di fucile a testa. Sei in totale. Uccise così il papà Enea, 57 anni, la mamma Alida , di 53 e il fratello maggiore Enrico, 27 anni. Una mattanza. “Un lago di sangue”, dissero del salotto, in seguito, i primi investigatori che videro la scena del crimine, una tranquilla villetta rosa di via Matteotti, dove si consumò quella che sarà per sempre ricordata come ’la strage dei fornai’.

Il fratello di Elia chiamò agonizzante i carabinieri

A telefonare agonizzante ai carabinieri, quella notte, fu Enrico, il fratello di Elia. Erano le 3.40 del mattino. Poco dopo, il ragazzo morì in ospedale, le ferite erano troppo gravi. Dopo aver messo in atto la strage, Del Grande fuggì verso appunto òa Svizzera, da dove – pare – avrebbe voluto raggiungere Santo Domingo. Lì, infatti, aveva conosciuto una ragazza con la quale era nata una relazione che, però, non era vista di buon occhio dai familiari di Del Grande. E fu questa ’ la miccia’, come ha raccontato proprio Del Grande al momento della confessione davanti agli inquirenti, questo il vero motivo della mattanza.

Un odio, quello nutrito nei confronti dei familiari, che è cresciuto sempre più nel tempo. Fu proprio Elia a dichiararlo in un’intervista nella quale parlò della sua infanzia, del difficile rapporto con la madre e col fratello, dei turbolenti anni dell’adolescenza, della sua passione per i coltelli (tanto da averne in casa più di trecento), del gruppo di skinhead del quale era entrato a far parte e della droga di cui faceva uso.

Il processo di Varese si chiuse con una condanna a tre ergastoli, ma in Appello fu riconosciuta la semi infermità mentale del 22enne e la pena fu quindi ridotta a trent’anni.