di
Marta Serafini

Putin dà per accerchiati i soldati della resistenza ucraina nella città, Kiev smentisce e fa atterrare elicotteri e forze speciali dell’intelligence in aree che Mosca ha rivendicatonei giorni scorsi

Via libera ai missili Tomahawk dal Pentagono (ma non ancora da Trump) mentre la situazione a Pokrovsk si fa sempre più complessa.

La luce verde da Washington per la vendita di missili da crociera BGM-109 Land Attack (Tlam), con una gittata di oltre 2.500 chilometri, a Kiev è confermata dalla Cnn che, citando tre funzionari americani ed europei, spiega come il dipartimento della Guerra sia giunto a questa decisione dopo aver stabilito che non ci sarà un impatto negativo sulle scorte di munizioni statunitensi. La decisione finale spetta ora al presidente statunitense, che potrebbe ricredersi dopo le promesse fatte al suo omologo ucraino più di un mese fa a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dopo il voltafaccia in seguito all’incontro tra i due a metà ottobre alla Casa Bianca.



















































La notizia emerge mentre la situazione sul fronte diventa sempre più critica per le forze ucraine. La Russia ha schierato circa 170 mila soldati nella regione orientale di Donetsk, con l’obiettivo di prendere la roccaforte di Pokrovsk prima dell’arrivo dell’inverno, dopo un assedio che dura da oltre un anno. 

Putin cerca disperatamente una carta da giocare per mettere pressione a Washington e a Kiev. Ma il presidente ucraino smentisce nuovamente le affermazioni di Putin che danno per accerchiati i soldati della resistenza e rispedisce al mittente la proposta del Cremlino di una micro tregua sulla linea del fronte per permettere l’accesso ai giornalisti. Inoltre elicotteri e forze speciali del Gur, l’intelligence militare ucraino, sono atterrati ieri in aree che Mosca ha rivendicato nei giorni scorsi. 

In questo contesto il capo dell’Sbu Vasyl Malyuk ha reso noto come uno dei sistemi di missili balistici ipersonici a medio raggio Oreshnik sia stato distrutto sul territorio russo, a Kapustin Yar, dalle forze del Gur, dell’Sbu e delle Forze armate ucraine. Un’operazione che lascia alle forze armate russe altri sei missili del tipo Oreshnik, con un raggio di volo di circa cinquemila chilometri. 

Ma non solo. Mentre sale la tensione tra Mosca e Washington sulle armi non convenzionali, la Reuters svela come da agosto la Russia abbia lanciato sull’Ucraina 23 missili da crociera 9M729, il cui sviluppo segreto spinse gli Stati Uniti a ritirarsi dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (Inf) nel 2019, durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump. A confermarlo è il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha in quella che è la prima controprova ufficiale dell’uso del missile terrestre 9M729 dall’inizio delle ostilità nel 2022.Fonti militari hanno riferito alla Reuters anche che un missile 9M729 sparato dalla Russia il 5 ottobre ha volato per più di 1.200 chilometri.

I rapporti tra Washington e Mosca non sembrano destinati a riprendere sul binario del dialogo riaperto da Trump. Secondo il Financial Times , gli Stati Uniti avrebbero annullato il vertice di Budapest tra il tycoon e lo zar a causa delle «intransigenti richieste» della Russia contenute in un memo inviato alla Casa Bianca. La decisione di Washington sarebbe stata presa dopo una «tesa» conversazione telefonica tra il segretario di Stato Marco Rubio e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Una versione però smentita da Mosca. Il portavoce Dmitri Peskov ha risposto invitando i giornalisti a fare riferimento ai comunicati delle due parti dopo la telefonata con «formulazioni e valutazioni completamente diverse». Parole che però non riescono a mascherare una frattura sempre più profonda tra la Casa Bianca e il Cremlino.

1 novembre 2025 ( modifica il 1 novembre 2025 | 08:59)