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01 novembre 2025
Si alza la posta in gioco nell’inchiesta su Garlasco. E Andrea Sempio potrebbe offrire al procuratore di Pavia Fabio Napoleone il suo interrogatorio su un piatto d’argento. A ventilare la possibilità è stato il suo avvocato Liborio Cataliotti, che con la collega Angela Taccia difende il 37enne, il quale, lo scorso maggio aveva disertato, grazie a un cavillo giuridico, l’appuntamento davanti ai pm pavesi per essere ascoltato in qualità di indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.

«I processi sono come una partita a poker. Può essere che Sempio si faccia interrogare. Noi giocheremo in contropiede rispetto alla procura, per usare un termine calcistico», ha detto il penalista intervenendo in tv. Anche se, considerando gli ultimi colpi di scena nell’inchiesta, sembrerebbe il contrario.
Nelle ultime settimane, dopo che la genetista Denise Albani ha considerato attribuibile il Dna sulle unghie di Chiara ed è passata al confronto con il profilo genetico dell’indagato, Sempio è stato sottoposto a misurazioni antropometriche dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, sarebbe stato smentito sull’alibi dello scontrino ed è stato investito anche dall’inchiesta bresciana, che vede indagati l’ex magistrato Mario Venditti come presunto corrotto in relazione all’archiviazione lampo del 2017 e il padre Giuseppe Sempio come possibile corruttore, perché avrebbe orchestrato il giro di contanti in nero per «pagare» l’allora magistrato e far scagionare il figlio dall’accusa di omicidio. «La nuova indagine di Brescia riguarda fatti che si assumono avvenuti 10 anni dopo quello per cui è indagato il nostro assistito e che non vengono ascritti a lui neanche in ipotesi», affermano Cataliotti e Taccia.

«Non possono incidere e non incideranno sull’indagine su di lui», precisano, sottolineando di non avere alcuna intenzione di esprimersi sulle contestazioni avanzate dagli inquirenti nei confronti di papà Giuseppe, assistito invece dall’avvocato d’ufficio Marzia Gregorelli, nominata nell’avviso di accertamento tecnico irripetibile disposto dai pm di Brescia per estrarre copia forense dai cellulari di Venditti e Sempio senior e cercare le prove della corruzione. E intanto lunedì dovrebbe sfilare davanti ai pm l’ex difensore Massimo Lovati, per rispondere sulla circostanza di quei pagamenti in contanti dei Sempio ai legali «per prendere le carte». Da un’informativa della Finanza emerge che le modalità prospettate sembrano più vicine all’ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia come invece sostenuto da Giuseppe Sempio».