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Esce al cinema giovedì 30 ottobre, l’atteso “Io sono Rosa Ricci”. Il film, diretto da Lyda Patitucci, promette al pubblico di svelare il passato dell’amatissima e feroce protagonista di “Mare Fuori”, Rosa Ricci appunto, interpretata, nella serie come nel lungometraggio, da Maria Esposito. Nel cast della pellicola ritroviamo anche Raiz nei panni di don Salvatore Ricci, il padre camorrista di Rosa, e Andrea Arcangeli nel ruolo chiave di uno dei suoi carcerieri.

“Io sono Rosa Ricci”, la trama del film

All’inizio del film di Lyda Patitucci, e per molta parte della storia, conosciamo una Rosa Ricci inedita per il pubblico. Una qualsiasi ragazzina, la cui particolarità maggiore è quella di essere portata su un palmo di mano dal padre. Rosa Ricci ha già 15 anni, quindi non é esattamente una bambina, ha un padre boss, un fratello in carcere, eppure la troviamo ancora piagnucolosetta e tendente a credere a babbo Natale. Tutta questa poco credibile ingenuità viene spazzata via per sempre dall’esperienza che le cambia la vita, un turning point da cui non torna più indietro. Una sera la dolce Rosa accompagna papà sullo yacht di un narcotrafficante sudamericano. L’appuntamento però, è una trappola: il padre viene buttato in mare dopo la richiesta di una enorme quantità di denaro che varrà come riscatto della principessa di papà, rapita e rinchiusa prigioniera su un’isoletta non bene identificata ma di certo inespugnabile. Ed è qui, durante questa prigionia che Rosa Ricci, la teenager qualunque, diventa la feroce Rosa Ricci che i telespettatori di “Mare Fuori” amano tanto. 

 La sua scorza diventa ogni giorno più dura, così come cresce in lei di ora in ora quel particolare talento che è la capacità di provare odio e di trasformarlo in energia distruttiva. Mentre, come una novella contessina di Montecristo la nostra Rosa cerca un modo per fuggire dall’isola, molte cose succedono, a partire da una sindrome di Stoccolma che la fa innamorare di uno dei suoi carcerieri. 

“Io sono Rosa Ricci” piacerà ai fan di “Mare Fuori”?

Tentare di “spiegare” un personaggio amatissimo dal pubblico come quello di Rosa Ricci, attraverso un prequel che ne racconta le vicende precedenti “Mare Fuori”, è un’idea azzardata, ma anche ampiamente giustificata dal successo della serie tv.

 Trovare l’idea giusta per dare un passato alla feroce Rosa era veramente una grande impresa, posto che si cercava “la svolta”, l’episodio cardine, il giorno che avrebbe portato la ragazzina a imboccare la strada della devianza sociale. Un’idea che oovviamente ignora il fatto che, per quello che ci è stato raccontato, Rosa Ricci è nata e cresciuta in una famiglia camorrista, quindi abituata a essere immersa nell’asocialità, nella devianza e nella violenza. Pur avendo questo background sfortunato, all’inizio del film troviamo Rosa che è una ragazzina qualsiasi, anche più ingenua delle sue coetanee. La grande svolta, la rivoluzione nella sua vita è la durezza di un rapimento, vissuto su un’isola del mediterraneo e in cui ci scappa anche il filarino con il bel carceriere.

Fino a quando Rosa non riesce nel suo intento di liberarsi e scopre di sapersela cavare da sola, anche senza papà a proteggerla, nel momento solenne in cui, per la prima volta, non solo impugna una pistola, ma la usa, proclamando “Io sono Rosa Ricci!”

La nostra antieroina completa la sua formazione-trasformazione ribellandosi con la pistola in pugno a questo specifico episodio di violenza subita e, solo a quel punto, diventa la Rosa Ricci che tutti conosciamo, soprattutto i tantissimi fan della serie. Questo melodramma teen in salsa camorrista sembra un’occasione persa per regalare alla protagonista di Mare Fuori una grande storia di formazione criminale, e sembra invece rivolgersi prettamente, se non esclusivamente, a quel pubblico di giovanissimi della serie tv: le soluzioni narrative scelte, che rifuggono ogni possibile complessità, lo rivelano chiaramente. 

Voto: 5,8

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