Nella conversazione con Sinead Burke Florence racconta ancora del particolare uso della voce in questo album: grezzo, primitivo, stregonesco… “È stata una scelta deliberata quella di non creare sempre suoni belli, ma di essere incredibilmente primitiva – ha spiegato -. C’era qualcosa in quello che ho vissuto che mi sembrava animalesco, e questo mi ha portato a usare la voce e il corpo in modo diverso. Ho provato gli ululati e mi sono esercitata nel canto medievale, ho lavorato con l’Idrîsî Ensemble e ho imparato le note musicali medievali e il trillo”. Per quanto riguarda le influenze invece “Everybody Scream” conferma la tendenza di Florence + the Machine a muoversi continuamente tra stili diversi, rendendo impossibile una catalogazione precisa all’interno di un genere codificato. “Sono passata dall’ascoltare l’hyperpop all’hardcore, al doom folk, al medievalismo degli anni 70, alla musica strumentale per organo, e poi di nuovo indietro – spiega Florence -. A volte ascoltavo Lingua Ignota e poi passavo a Judee Sill. Credo che ciò che collegava tutto ciò che ascoltavo fosse un forte senso di terrore, squilibrio o atmosfera. Avevo bisogno di cose che mi facessero provare emozioni profonde. Che fosse folk, pop o punk”.