E’ passato qualche giorno dai mondiali su pista di Santiago e le emozioni, forti, lasciano il posto a quella che deve essere una disamina obbiettiva della situazione da cui l’Italia è uscita dal consesso iridato. Ci sono tanti motivi per sorridere ma anche altri per riflettere, perché la concorrenza estera è sempre più forte e se si ragiona in termini olimpici è chiaro che c’è tanto da fare, come il cittì Dino Salvoldi sa bene.

Il quartetto azzurro a Santiago ha mancato la finale per il bronzo per soli 3 decimi di secondoIl quartetto azzurro a Santiago ha mancato la finale per il bronzo per soli 3 decimi di secondo

Il quartetto azzurro a Santiago ha mancato la finale per il bronzo per soli 3 decimi di secondoIl quartetto azzurro a Santiago ha mancato la finale per il bronzo per soli 3 decimi di secondo

Nel suo giudizio sulla trasferta cilena, Salvoldi ha un occhio positivo ma alquanto disincantato: «Sono soddisfatto in relazione alle aspettative che avevamo prima di partire. Soprattutto non credevo che saremmo tornati anche con qualche rammarico, perché pensavo onestamente di essere più lontano, rispetto alla preparazione che avevamo fatto. A parte qualche gara dove non siamo andati bene, ho avuto la percezione che la distanza non sia così ampia come temevo, ora che siamo all’inizio del cammino olimpico. Quindi un po’ di rammarico c’è per qualche risultato che alla fine poteva essere perfino migliore di quello che si è poi concretizzato e mi riferisco soprattutto al quartetto».

E’ un segnale importante per la prossima stagione perché significa partire da un po’ più avanti rispetto a quello che pensavi…

Questo mi fa essere ottimista, ma sarà vero se riusciremo a mettere in pratica i passi che mi sono ripromesso per aggiungere quel che serve per essere competitivi. Considerando che il nostro è un gruppo molto giovane e che c’è bisogno di una certa continuità negli allenamenti. Questo periodo sarà importante per me per prendere contatti con le squadre e stabilire tempi e modalità per gli atleti d’interesse nazionale, ma molto dipenderà dalle qualificazioni olimpiche.

Renato Favero ha corso inseguimento a squadre e individuale. Un'esperienza davvero importante per luiRenato Favero ha corso inseguimento a squadre e individuale. Un’esperienza davvero importante per lui

Renato Favero ha corso inseguimento a squadre e individuale. Un'esperienza davvero importante per luiRenato Favero ha corso inseguimento a squadre e individuale. Un’esperienza davvero importante per lui

Quando avrai un quadro più preciso?

A dicembre dovrebbero essere comunicate le modalità di qualificazione, insieme ai percorsi delle gare su strada e quindi ci orienteremo di conseguenza. E’ chiaro che molto dipende anche dalla volontà individuale di far parte di un progetto, di avere degli obiettivi.

In questo senso quanto è stato importante secondo te per i ragazzi aver vissuto direttamente con i propri occhi l’ultima parte dell’epopea di Viviani?

I ragazzi e io – risponde Salvoldi – abbiamo vissuto non solo il mondiale ma anche l’ultimo mese di preparazione e quindi la sua professionalità e applicazione negli allenamenti. Averlo con noi durante il nostro periodo di preparazione, il fatto di allenarsi insieme sicuramente ha offerto degli stimoli e delle prospettive per ragazzi che vedono quel livello ancora lontano, ma realizzabile. Ma questo discorso lo estendo anche a Ganna e a Consonni che sapevo non ci sarebbero stati a questi mondiali, ma sono venuti a Montichiari, quando hanno potuto, a fare allenamento insieme ai ragazzi.

Per Stella uno scratch deludente, ma nella madison si è ben distinto, al di là dell'11° posto finalePer Stella uno scratch deludente, ma nella madison si è ben distinto e a Salvoldi è piaciuto

Per Stella uno scratch deludente, ma nella madison si è ben distinto, al di là dell'11° posto finalePer Stella uno scratch deludente, ma nella madison si è ben distinto e a Salvoldi è piaciuto

Temi che ci sia su di te un po’ di pressione in più, relativamente al discorso degli olimpionici?

E’ stato il mio primo mondiale negli Elite, per me ogni opportunità è uno stimolo, non mi mette pressione né paura. Con loro c’è un discorso da costruire passo dopo passo nel corso dei prossimi due anni ed è fortemente legato alla definizione del sistema di qualificazione olimpica. Dopo dicembre avremo le idee più chiare e potremo ragionare, definire con più chiarezza quella che potrebbe essere la programmazione.

Potrebbero esserci anche loro?

Tutto nasce dalla volontà individuale di esserci. Calendario, accordi con le squadre, se c’è la volontà da parte del corridore diventano tutti aspetti successivi, se non secondari. E per quelli che sono i feedback che ho io in questo momento mi sento piuttosto ottimista sulla volontà da parte di tutti di poter disporre del gruppo migliore.

Sierra ha fatto sognare nell'omnium, con il terzo posto nello scratch. Gli manca ancora esperienza e tenutaSierra ha fatto sognare nell’omnium, con il terzo posto nello scratch. Gli mancano ancora esperienza e tenuta

Sierra ha fatto sognare nell'omnium, con il terzo posto nello scratch. Gli manca ancora esperienza e tenutaSierra ha fatto sognare nell’omnium, con il terzo posto nello scratch. Gli mancano ancora esperienza e tenuta

Dall’altra parte c’è però il pericolo che si guardi sempre ai grandi e non ai giovani…

Su questo voglio essere chiaro. I risultati potranno venire da chi ha già dato tanto, ma ha ancora fame, e da chi si deve ancora esprimere, affermare, e non sa quali margini possa avere. Non saranno gli stessi per tutti, non avremo a breve altri 5 o 6 Ganna o Viviani, ma un paio di ragazzi che potranno emergere o esplodere io dico che li avremo.

Vedendo le prove dell’omnium e della madison, Sierra e Stella hanno fatto vedere a tratti delle cose molto belle. Il risultato finale secondo te è stato dettato dalla mancanza di esperienza o dalla mancanza di resistenza viste le caratteristiche delle due prove?

Aggiungerei a questi due fattori un terzo – ribatte Salvoldi – la prudenza, dettata da me. Stella è un 2006, junior fino allo scorso anno, Sierra un 2005 che non aveva mai fatto un omnium di livello internazionale così alto. Insieme hanno affrontato un’americana di 50 chilometri con coppie affermate. Un piazzamento migliore poteva essere nelle loro gambe, ma è stato limitato dalla prudenza soprattutto nella prima parte di gara perché non c’erano riferimenti sulla loro tenuta. Nell’omnium e nella madison anch’io sono stato molto contento di come si sono espressi. Nel dopo gara, infatti, sono stati avvicinati da parecchi campioni e corridori più esperti che gli hanno fatto i complimenti per il loro atteggiamento in gara.

Joshua Tarling è stato uno dei grandi nomi presenti in Cile, oro nella corsa a punti e argento nella madisonJoshua Tarling è stato uno dei grandi nomi presenti in Cile, oro nella corsa a punti e argento nella madison

Joshua Tarling è stato uno dei grandi nomi presenti in Cile, oro nella corsa a punti e argento nella madisonJoshua Tarling è stato uno dei grandi nomi presenti in Cile, oro nella corsa a punti e argento nella madison

Guardando le altre nazioni, è andato tutto come ti aspettavi?

Ci sono state squadre che si sono presentate con tutti i titolari, ad esempio la Danimarca o l’Olanda stessa. Altre che hanno portato metà squadra o più del 50 per cento dei principali atleti, noi siamo quelli che hanno fatto più cambiamenti. Se penso soprattutto al quartetto identificandolo come riferimento di squadra. Ci sono state nazioni che hanno schierato individualità giovani come abbiamo fatto noi, ma erano comunque atleti già conosciuti di una generazione più avanti alla nostra, cioè parlo di atleti dai 24 anni in su, i nostri erano ventenni. Questa è stata la differenza sostanziale che mi fa essere ottimista, pur sapendo che nell’immediato, almeno nei prossimi due anni, fare risultato serve.