Sette vittorie tra cui il Trofeo Buffoni in Italia con la chiusura della Chrono des Nations conquistata dal bulgaro Van Der Merwe, fanno dell’Academy Region Sud powered by Giant uno dei team juniores che si sono messi maggiormente in luce in questa stagione. Potremmo dire una delle poche alternative allo strapotere del Team Grenke Auto Eder, oltretutto non essendo ufficialmente inserito in alcuna filiera di un team WorldTour.


Team francese, ma tanti esteri nel suo roster
Un team di sicuro prestigio, che pur avendo nel suo roster corridori provenienti da ben 8 Paesi diversi ha sempre custodito la sua matrice francese, ospitando per un periodo anche il nuovo campione del mondo junior, quell’Harry Hudson che con la squadra transalpina ha corso l’Ain Bugey Valromey Tour. A gestire un gruppo di ragazzi così eterogeneo è Cyril Sabonnadiere, direttore sportivo giovane e dalle idee al passo con i tempi (nella foto di apertura è all’estrema destra).
«Proveniamo dalla fusione di due associazioni – racconta il manager – il Vélo Club de la Pomme Marseille e il Vélo Club Saint-Antoine de la Gavotte. Volevamo creare un’accademia per permettere ai ragazzi di competere a livello internazionale in gare in Italia, Spagna, Belgio e in tutta Europa. Abbiamo reclutato corridori da questi due club e, a poco a poco, li abbiamo assunti, siamo cresciuti e siamo diventati indipendenti. Tutto è iniziato nel 2022».


Voi avete una squadra con molti corridori esteri: è difficile integrare tante nazionalità?
No, per niente perché, a quell’età, hanno la capacità di adattarsi e la voglia di imparare. Sono tutti curiosi di stare con ragazzi di nazionalità diverse. Il gruppo principale rimane francese, poi siamo molto ben consolidati in Oceania grazie agli agenti con cui collaboriamo per i corridori australiani e neozelandesi e abbiamo anche una rete in Irlanda con alcuni corridori irlandesi, quindi il contatto è piuttosto semplice per questi corridori che vogliono competere solo a livello europeo nelle gare UCI.
Ma la presenza di così tanti corridori stranieri è un vantaggio per i corridori francesi nella vostra squadra? Avete notato dei progressi?
Enormi, perché permette loro di confrontarsi con corridori di alto livello che portano una cultura ciclistica diversa, un approccio diverso all’allenamento e all’alimentazione. E permette loro di progredire atleticamente, ma anche a livello umano. Insegna loro a vedere questi ragazzi che vengono dall’estero, che sono piuttosto indipendenti, senza i loro genitori. Sono anche piuttosto forti e questo li motiva. Inoltre permette loro anche di comunicare in inglese e di imparare a sviluppare questa lingua.


Vi aspettavate i risultati di quest’anno, con tre campioni nazionali?
Avevamo degli specialisti della cronometro e sapevamo che potevano emergere nei rispettivi Paesi. Poi avevamo anche corridori provenzali come Nolan Pedersoli, che ha vinto il Trofeo Buffoni a fine stagione Un ragazzo su cui riponiamo grandi speranze. Confrontarsi con un futuro campione del mondo come Harry Hudson durante la Valromey gli ha permesso di fare molti progressi in termini di gestione post-gara, alimentazione, recupero e approccio. Questi sono proprio i punti molto importanti che permettono ai nostri corridori locali di progredire più rapidamente.
Rispetto al campione del mondo, qual è stata la tua impressione?
Umanamente, è un ragazzo molto simpatico, molto educato, molto discreto. Che è sempre contento di ciò che la squadra può offrire. E’ un ragazzo che lavora molto in bici e sa come spingersi oltre i propri limiti per ottenere i migliori risultati possibili. E’ anche un eccellente scalatore con abilità di guida davvero eccellenti. La sua vittoria iridata non è stata un caso, sono sicuro che ora al devo team della Lidl-Trek crescerà ulteriormente. Credo che debba solo migliorare un po’ il suo posizionamento nel gruppo, perché non ha gareggiato molto a livello UCI. Ha un potenziale eccezionale e curare la sua crescita sarà una bella opportunità.


Quanto lontano può arrivare in futuro?
Sta facendo progressi innegabili e penso che lo vedremo molto presto in gare con profili impegnativi, in ottima forma. Per questo il suo approdo nel devo team WorldTour è un passo importante, io credo che possa avere una grande carriera.
Qual è la situazione del ciclismo giovanile in Francia?
Ogni club sta cercando di fare del suo meglio in questo periodo di difficoltà economiche, perché i bilanci sono sempre più difficili da gestire. I viaggi, tutto ciò che riguarda l’equipaggiamento e in generale l’economia sta diventando sempre più difficile in Francia, ma credo che sia così in tutti i Paesi, quindi dobbiamo essere particolarmente intraprendenti per bilanciare il budget e offrire ai nostri corridori il miglior programma sportivo possibile.


Avete corso molto in Italia. Potreste includere qualche corridore italiano nella vostra squadra?
Sì, in effetti, abbiamo già ricevuto molte richieste e contatti da procuratori quando conduciamo campagne di reclutamento. Esse si basano sui dati dei corridori e sui loro precedenti. Finora non è successo, ma saremmo lieti di accogliere ciclisti italiani in futuro, se il profilo corrisponde alle figure che stiamo cercando.