La tensione nelle acque dei Caraibi di fronte al Venezuela è destinata ad aumentare anche considerando che, in queste ore, gli Stati Uniti stanno inviando la portaerei Uss Gerald Ford che dovrebbe arrivare a destinazione la prossima settimana. Lo segnala il Washington Post, sottolineando che la portaerei è accompagnata da altre tre navi da guerra, per un totale di circa 4.000 militari a bordo. La testata americana ha spiegato anche che il rafforzamento militare statunitense nei Caraibi rappresenta la sfida più importante per il presidente Nicolas Maduro, successore di Ugo Chavez, da quando ha assunto la guida del Paese nel 2013.  Lo stesso leader venezualeno ha lanciato un appello ai suoi concittadini: “Calma e nervi saldi”.

Gli armamenti americani

La Gerald Ford si unirà, tra l’altro, ad una forza militare composta da 15 tra incrociatori e cacciatorpedinieri armati di missili Tomahawk, un sottomarino a propulsione nucleare, bombardieri B‑1 e B‑52, elicotteri delle forze speciali. Senza dimenticare pure il traghetto “MV Ocean Trader”, che ospita la base galleggiante delle forze speciali con 159 incursori addestrati a muoversi in Sud America, oltre che una task force dei marines con 2.200 fanti e i loro veicoli d’assalto. Sulle piste di Porto Rico, come se non bastasse, sono pronti a decollare una decina di F-35 e una squadriglia di droni Reaper. Insomma un insieme di armamenti piuttosto significativo rispetto a quella che, era trapelato, sembrava essere un’operazione contro i cartelli venezuelani del narcotraffico che Trump ha detto di voler combattere per combattere il traffico di droga negli Usa.

La versione di Trump e cosa può succedere

Proprio nelle scorse ore il tycoon ha negato pubblicamente di voler pianificare attacchi contro il Venezuela e contro Maduro, ma la sensazione è che quanto predisposto dagli Stati Uniti in queste ore possa presagire ad una escalation, con la possibilità dei primi attacchi statunitensi a Caracas. “La competizione per l’uso di queste navi è enorme perché ne vengono impiegate solo tre contemporaneamente”, ha riferito al Washington Post Ryan Berg, direttore dell’Americas Program presso il Center for Strategic & International Studies. E, ha aggiunto, quando la Ford arriverà nei Caraibi, “inizierà un conto alla rovescia e Trump avrà circa un mese per prendere una decisione importante su un possibile attacco prima di dover spostare la nave altrove”. 

La lettera di Maduro a Putin

Viste le circostanze, Maduro avrebbe scritto una lettera a Vladimir Putin chiedendo al leader russo un aiuto contro i raid nei Caraibi da parte degli Stati Uniti. Ne hanno riferito lo stesso Washington Post attraverso fonti di Caracas, secondo cui il presidente venezuelano avrebbe contattato anche la Cina e l’Iran sollecitando assistenza militare e attrezzature per rafforzare le difese del Paese. 

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