Avevano avviato un’attività edile con base proprio a Rimini, presentandosi come cittadini rumeni in possesso di documenti validi. In realtà, erano moldavi e clandestini. A smascherarli è stata la polizia di Frontiera di Rimini. Gli agenti hanno notato e fermato due auto sospette e identificato gli occupanti. Tre di loro hanno esibito carte di identità rumene apparentemente regolari. Tuttavia, l’aspetto fisico e l’atteggiamento dei soggetti hanno insospettito gli operatori, che hanno attivato immediatamente il supporto degli specialisti in falso documentale dell’Ufficio. L’intuizione si è rivelata corretto: le carte d’identità erano state abilmente contraffatte per celare la vera identità dei tre uomini, di nazionalità moldava. Il livello di sofisticazione dei documenti era così elevato da riuscire a ingannare anche i sistemi automatizzati di controllo. Dietro quelle false identità si celava non solo un tentativo di regolarizzare la presenza in Italia, ma anche una strategia per accedere a tutti i benefici riservati ai cittadini comunitari: assistenza sanitaria, agevolazioni fiscali, ma soprattutto la possibilità di lavorare e aprire un’attività. I tre – padre, figlio e zio, di 50, 46 e 22 anni – erano riusciti infatti a mettere in piedi una piccola impresa edile, muovendosi liberamente sul territorio nazionale e all’interno dell’area Schengen. L’arresto è scattato immediatamente con l’accusa di possesso di documenti falsi validi per l’espatrio. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto per il terzetto l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.