di
Alessandro Bocci

Koopmeiners come Calafiori, poi il calcio a due tocchi, il pressing, la riaggressione : il nuovo allenatore dei bianconeri ha già portato le sue idee. Conte frena in casa, le rivali non possono restare a guardare

In un campionato sino adesso modesto, il ritorno di Spalletti è una bella notizia. Si tratta di capire se Luciano sarà quello che ha incantato Napoli o la pallida controfigura che ha fatto disperare l’Italia e non solo per colpa sua. La Juve è una grande occasione di rivalsa e di umana rivincita. Nei pensieri dell’ex c.t. la Nazionale doveva essere l’ultimo ballo, una conclusione degna dopo una carriera impreziosita dallo scudetto nella città di Maradona. Ma nel calcio niente è come vogliamo e i desideri, spesso, restano tali. Così il viaggio in bianconero può consentire all’uomo di Certaldo di far pace con se stesso. In questo senso il matrimonio con la Signora sembra perfetto. La Juve ha gli stessi disagi del suo nuovo tecnico: dopo i 9 scudetti consecutivi ha bruciato giocatori, dirigenti e allenatori. Soprattutto milioni di euro. Lo stakanovista Luciano è un’occasione per due. Non vende illusioni. Gli schiaffi azzurri serviranno a Torino. 

In azzurro si è perso andando dietro ai desideri dei suoi discepoli, adesso se la giocherà seguendo lo Spalletti pensiero e qualcosa si è visto già a Cremona, dopo appena due giorni di lavoro: Koopmeiners nella difesa a tre con licenza di costruire proprio come Calafiori nell’Italia, gli esterni che entrano nel campo, il pressing e la riaggressione, il calcio a due tocchi. Mezz’ora buona, secondo i principi spallettiani. Poi sofferenza, soprattutto dopo la rete di Vardy e un po’ di nervosismo, con tanto di ammonizione finale per benedire il ritorno. Capiremo nel giro di un mese gli obiettivi di Madama. 



















































Il pareggio del Napoli, il primo al Maradona dopo 4 vittorie di fila, è la certificazione della forza giovane del Como di Fabregas e un’occasione per tanti. A cominciare dall’Inter, che contro la tenera Fiorentina ha ripreso il passo baldanzoso, soprattutto per la Roma, che prima alla decima giornata lo è stata due volte con Garcia. In entrambi i casi era arrivata la Champions, ma Gasperini guarda al presente, alla sfida di San Siro con Allegri, allenatori diversi e uguali, che a parole inseguono un posto tra le prime quattro, ma in questo campionato senza un vero padrone vogliono farsi trovare pronti se a primavera si presentasse l’occasione buona. 

Il Milan ha rallentato con tre pareggi nelle ultime quattro partite, la Roma è spietata in trasferta. Hanno il problema del gol o, per meglio dire, del centravanti, tanto da chiedere aiuto a Leao e a Dybala. Entrambe per coltivare sogni di gloria a gennaio dovrebbero andare a caccia di un nove vero e affidabile.

2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 07:04)