La tensione tra Usa e Venezuela continua a salire. Gli Usa, nelle scorse ore, hanno infatti organizzato il più grande dispiegamento navale nella regione, a partire dalla crisi dei missili di Cuba nel 1962. La prossima settimana, come previsto dalle autorità americane, arriveranno nelle acque dei Caraibi la Gerald Ford, la più grande portaerei della marina Usa, insieme ad altre tre navi da guerra. Intanto il Pentagono ha comunicato di aver “ucciso tre narcotrafficanti” nel corso di un attacco aereo statunitense contro una presunta nave dedita al traffico di droga, proprio nei Caraibi. L’azione è avvenuta in acque internazionali.
La Russia: “Monitoriamo attentamente gli sviluppi in Venezuela”
In queste ore è arrivata la posizione ufficiale della Russia che sta monitorando attentamente la situazione in Venezuela in relazione alle pressioni militari statunitensi. In merito, attraverso una dichiarazione resa alla Tass, si è espresso il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. “Stiamo monitorando attentamente la situazione in Venezuela”, ha detto il politico russo, commentando l’articolo del Washington Post secondo cui il presidente venezuelano Nicolas Maduro avrebbe inviato una richiesta al leader russo Vladimir Putin per la fornitura di missili, radar e aerei, sullo sfondo delle minacce statunitensi al suo Paese. Mosca, ha proseguito Peskov, è interessata a garantire che la situazione tra Venezuela e Stati Uniti “rimanga pacifica. Vogliamo che tutto rimanga pacifico e non vogliamo che sorgano nuovi conflitti nella regione. Il mondoè già pieno di conflitti, non ne abbiamo bisogno di nuovi”, ha proseguito.
Il dispiegamento di forze americane
La Gerald Ford, come detto, sarà accompagnata da altre tre navi da guerra, per un totale di circa 4.000 militari a bordo. E il dispiegamento di forze americano nell’area sarà significativo, tra incrociatori e cacciatorpedinieri armati di missili Tomahawk, un sottomarino a propulsione nucleare, bombardieri B‑1 e B‑52, elicotteri delle forze speciali. Senza dimenticare pure il traghetto “MV Ocean Trader”, che ospita la base galleggiante delle forze speciali con 159 incursori addestrati a muoversi in Sud America, oltre che una task force dei marines con 2.200 fanti e i loro veicoli d’assalto. Mentre sulle piste di Porto Rico sono pronti a decollare una decina di F-35 e una squadriglia di droni Reaper. Gli armamenti disposti dagli Usa sono importanti e lasciano pensare ad altro, almeno rispetto a quella che, era trapelato, sembrava essere inizialmente un’operazione contro i cartelli venezuelani del narcotraffico che Trump ha detto di voler combattere per combattere il traffico di droga nel Paese.

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