di
Christian Benna

Lo stop di Ferrero agli acquisti delle nocciole turche dopo l’aumento dei prezzi è il primo enorme alert sullo tsunami che si sta abbattendo sulla nocciola tonda gentile e sul prodotto più tipico di Torino: il gianduiotto

Altro che dolcetto o scherzetto. La stagione della filiera dei dolci in Piemonte, dal post Halloween fino ai regali di Natale, rischia di essere amarissima: per consumatori, imprese e agricoltori, con rincari in media del 30% e picchi (per compra all’ultimo momento) fino al 100%. Lo stop agli acquisti di Ferrero alle nocciole turche dopo un ulteriore aumento dei prezzi è il primo, enorme, «alert» sullo tsunami che si sta per abbattere sulla materia prima simbolo del Piemonte (la Tonda Gentile Trilobata) nonché icona del prodotto più tipico di Torino: il gianduiotto.

Il caso Turchia

«La Turchia è il primo produttore al mondo di nocciole, Ferrero è il primo consumatore. Il prezzo lo fanno loro, e tutti gli altri seguono a ruota, non solo nel mercato di massa ma anche nell’alto di gamma. E pure qui tra Langhe e Monferrato, dove, peraltro, il crollo del raccolto, drammaticamente giù del 60%, a causa di malattie delle piante e del clima, ha ridotto al lumicino la produzione della nobile nocciola Piemonte», spiega Mauro Bianco responsabile del settore corilicolo di Coldiretti in Piemonte che ha stretto diversi accordi di filiera, come quello con Novi.



















































Il mercato stravolto

Ieri l’altro a Cuneo i vertici delle Camere di Commercio locali si sono ritrovate per fare il punto della situazione con Agrion il centro sperimentale della Regione che studia come mettere al riparo i noccioleti da citospora e altri malanni che rischiano di mettere fuori gioco la pianta a queste latitudini. «Nel 2015 la superficie coltivata a nocciolo in Piemonte era di circa 15 mila ettari — spiega Bianco — in dieci anni la corsa all’oro da sgusciare ha aumentato di un terzo le coltivazioni, a 20 mila con altri 7 mila pronti a entrare in produzione. Ma il climate change si è messo di traverso, sono arrivate malattie, i prezzi sono schizzati e ora la crisi della Turchia stravolge il mercato. Adesso assistiamo al fenomeno contrario con i noccioleti che si convertono in vigneti. Questo perché nemmeno i coltivatori riescono a far fronte ai costi». 

Il colosso Ferrero

Sul mercato si pensa che Ferrero, che consuma più del 60% delle nocciole del modo, alla fine troverà un’intesa con i coltivatori turchi, alle prese anch’essi con climate change, svalutazione della lira turca e con tensioni geo-politiche. Ma appare evidente che il baricentro della nocciola mondiale possa spostarsi in altri continenti, in Oregon, negli Usa, e in Cile, dove già Ferrero si serve mentre nelle Langhe compra nocciole solo per l’alto di gamma dei suoi prodotti: come Ferrero Rocher e simile. Se la grande industria cerca risposte immediate (Ferrero ha lanciato un progetto di filiera in tutta Italia),perché un centesimo in più o in meno determinano il successo di un prodotto a scaffale, come la Nutella, gli artigiani della filiera del gianduiotto si sentono sotto assedio. 

Il gianduiotto

Il cioccolatino simbolo di Torino è diventato, da tempo, e anche a ragione, un prodotto da boutique, quasi un lusso, da 20 fino a 50 – 60 euro al chilo. Oltre alla creatività, packaging e alla maestria dei cioccolatieri, bisogna mettere nel prezzo finale il costo del cacao che in tre anni è schizzato del 220% e quello della nocciola Piemonte, raddoppiato in anno. «L’anno scorso la nocciola sgusciata ci costava 13 euro al chilo oggi 18-20 euro. Inevitabilmente ci saranno ritocchi sui prezzi finali al consumatore. Ma non possiamo trasferire tutti i costi, altrimenti andiamo fuori mercato, nell’extra-lusso», spiega il cioccolatiere Guido Castagna a capo del Comitato Gianduiotto Igp Torino che da anni battaglia con le multinazionale per avere questo riconoscimento e che si appresta a tagliare il traguardo. La preoccupazione di Castagna è che mentre si cerca di tutelare il prodotto tipico con l’Igp, il cambiamento climatico e le speculazioni possano travolgere le antiche filiere. E anche il «re» gianduiotto.  


Vai a tutte le notizie di Torino

Iscriviti alla newsletter di Corriere Torino

2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 09:44)