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Riccardo Bruno e Redazione Online
L’omicidio sabato sera nel Messinese: morto lo studente Giuseppe Di Dio, ferito un altro giovane. I carabinieri hanno fermato nella notte tre persone. Secondo i carabinieri, l’obiettivo dell’agguato non era la vittima
Uno ragazzo di 16 anni, Giuseppe Di Dio, è stato ucciso a colpo di arma da fuoco sabato sera a Capizzi, grosso centro nell’entroterra siciliano in provincia di Messina. Un altro ragazzo di 22 anni è rimasto ferito. I carabinieri hanno fermato tre persone. Si tratta di due fratelli (di 20 e 18 anni) e il padre di 48. A sparare sarebbe stato il ventenne, gli altri due l’avrebbero accompagnato.
Secondo una prima ricostruzione, la vittima, uno studente dell’istituto alberghiero, si trovava davanti a un bar insieme ad altri ragazzi quando intorno alle 22.30 sarebbe giunta un’automobile con tre persone a bordo. Una di queste è scesa e ha esploso i colpi uccidendo il sedicenne e ferendo un altro ragazzo. Dalle prime indagini dei carabinieri della compagnia di Mistretta, sarebbe emerso che il vero obiettivo dell’agguato non sarebbero stati né il 16enne deceduto né il 22enne rimasto ferito in modo non grave, ma un’altra persona. Alla base, ci sarebbero dissidi personali.
Fratello e padre dell’omicida sono «ritenuti responsabili — dicono i carabinieri — di aver accompagnato il congiunto sul luogo del delitto al momento della sparatoria». Gli investigatori hanno recuperato e sequestrato l’arma del delitto, una pistola con matricola abrasa.
«Quella di ieri è una tragedia che lascia senza parole. È morto non solo un ragazzo, ma il figlio di un’intera comunità — sono le parole del sindaco del paese dei Nebrodi, Giuseppe Principato —. Capizzi oggi piange Giuseppe, un giovane che aveva tutta la vita davanti. In questi momenti di dolore profondo, ci stringiamo attorno alla sua famiglia, chiedendo rispetto e silenzio. Confidiamo pienamente nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura affinché venga fatta giustizia, nel rispetto della verità e della memoria di questo ragazzo. La nostra comunità non si piega alla violenza: reagiremo con unità, con dignità e con fiducia nelle istituzioni».
2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 10:57)
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