In effetti c’è una certa somiglianza. I capelli rossi, entrambe del segno dell’Ariete …
«Probabilmente sì, per il colore dei capelli – rossi naturali, i miei. A Londra e a New York mi correvano dietro per chiedermi gli autografi. L’ho conosciuta molto bene, ma non gliel’ho mai detto. Comunque ho sempre comprato Vivienne Westwood».

Acquista ancora il marchio?
«Ho comprato la collezione sposa presentata di recente a Barcellona. Suo marito (Andreas Kronthaler, ndr.) finalmente ha fatto una collezione sposa molto Vivienne, magnifica, e ho avuto il piacere di rimetterla in negozio».

Sempre a Londra, lei è stata anche a cena a Buckingham Palace con Lady Diana e l’attuale Re Carlo III. Com’è andata?
«Non so, ancora adesso, perché mi fosse arrivato quell’invito. Quel giorno stavo lavorando e non ho avuto neanche il tempo di cambiarmi. Mi sono sistemata la testa in taxi. Da lì mi hanno invitata per diverse stagioni: Lady Diana, Margaret Thatcher, Tony Blair. Ero sempre l’unica italiana».

E cosa si faceva a Buckingham Palace?
«Un party in casa, semplice. “Casa”, chiamiamola casa! Naturalmente ero emozionata, cioè non era normale andare da Lady Diana a bere il tè. O aspettare insieme agli invitati il Principe Carlo, che arrivava dalla caccia. Lo ricordo un po’ svinazzato, piccolo e svinazzato, con il naso rosso. Ma tutti erano molto naturali, condiscendenti, amichevoli».

Anche lei si è sciolta.
«Sì, mi è capitato di trovarmi addirittura alla corte d’Inghilterra e di non essere imbarazzata. Notevole!».

Non per nulla si definisce una «disruptor». Nel suo lavoro si è mai sentita incompresa?
«Me ne fregavo. Valutavo il disagio, ma per pormi delle domande su me stessa, per migliorarmi».

Ha ribaltato anche il suo nome, da Cesarina a Roberta. Come mai?
«Cesarina mi è stato passato in famiglia da una zia che ho amato moltissimo, però non me lo sentivo addosso. Resta la mia firma ufficiale, ma c’è stata un’occasione X in cui sono diventata Roberta. A dir la verità, il nome che veramente mi appartiene è Penelope. Infatti tanti mi chiamano così».

L’ha scelto per una ragione?
«Suona bene, non mi dà fastidio. E mi piace la storia di Penelope e Ulisse. Lo sceglierei di nuovo».

Ha dichiarato: «Mai sentirsi appagate». Non ha mai pensato neanche una volta nella sua vita di avercela fatta?
«Sì, nelle piccole situazioni, però è momentaneo: è solo un tassello tra tutti gli altri tasselli della vita».