Iván Romeo traccia un bilancio della propria stagione in vista di quella nuova. Tra i giovani più promettenti del gruppo, il portacolori della Movistar ha colto quest’anno i suoi primi successi tra i pro’ conquistando una tappa alla Volta a la Comunitat Valenciana, una al Giro del Delfinato e il titolo spagnolo in linea, oltre a mettersi in evidenza con qualche buon piazzamento e andando in fuga in diverse occasioni nel suo primo Grande Giro, il Tour de France. Passato professionista a neppure 20 anni, il classe 2003 ha evidenziato dunque importanti progressi durante questa annata e ora punta a migliorarsi ulteriormente in vista del 2026.

“La stagione non è finita come avrei voluto – ha ammesso Romeo in un’intervista a MarcaÈ stato un finale un po’ strano con il Mondiale, che non è andato del tutto bene. Ma penso che la stagione in sé sia stata molto buona. Ho solo sbagliato un po’ nella parte finale. È stata una lezione: non tutto può sempre andare alla perfezione, ma nel complesso è andato tutto molto bene. Non vedo l’ora di iniziare la preparazione per il prossimo anno. Fare un altro piccolo passo in avanti per avvicinarmi gradualmente ai migliori“.

Le buone prestazioni di questo 2025 hanno acceso i riflettori su di lui, ma il 22enne non sembra risentirne più di tanto: “Mi piace essere sotto i riflettori e mi piace la pressione. Credo di saperla gestire bene, anche perché le cose mi sono andate abbastanza bene. Se un anno mi andasse male, forse non mi piacerebbe così tanto. Sì, è vero, ora ho più visibilità, ma è qualcosa che mi piace, alla fine è per questo che lavoriamo. Se non ci sono telecamere e non ci sono aspettative, allora è il momento di preoccuparsi“.

Il giovane talento spagnolo sarà una delle punte della Movistar nella nuova stagione: “Sarà un anno importante. Inizia un nuovo triennio e tutto il resto. È un anno in cui la squadra vuole fare molto bene e sta apportando cambiamenti importanti. Speriamo che sia un anno molto positivo. Credo che quest’anno abbiamo fatto molto bene e siamo andati molto bene in molti posti, ma ci è sempre mancato il tocco finale. È una squadra molto giovane, quindi un anno in più di esperienza, un anno in più di gare insieme, un anno in più di miglioramenti, può davvero fare la differenza per una squadra come la nostra“.

L’ex campione del mondo U23 a crono non si aspetta grossi cambiamenti nel proprio programma di gare per il 2026: “Se tutto va bene, seguirò un calendario abbastanza simile a quello di quest’anno. La verità è che mi è andato piuttosto bene e penso che cambieremo qualche piccola cosa per cercare di arrivare meglio al Tour e così via. Ripeterò molte gare e, in teoria, se tutto va bene, parteciperò al Tour. Sarà un anno in cui spero di fare le cose in modo simile, ma a un livello leggermente più alto. Sono piuttosto ossessionato dal cercare di migliorare un po’ ogni anno e credo che questo mi porterà dove voglio arrivare. Quest’anno ho fatto un grande salto, ma alla fine credo che sia stato più in termini di risultati. Altri anni ho fatto progressi maggiori“.

Romeo ha poi analizzato la situazione del ciclismo spagnolo: “È un paese che è sempre stato molto forte a livello mondiale nel ciclismo e non è facile uscire dall’era di Valverde, Contador, Purito Rodriguez, Samuel Sánchez. È molto difficile che sia sempre così. Altrimenti sarebbe il miglior paese della storia nel ciclismo. Ovviamente, credo che ci siano giovani molto bravi e non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma il ciclismo è migliorato così tanto che alla fine sarà molto difficile che dei dieci migliori al mondo, quattro siano spagnoli, come è stato in passato. Ora è tutto molto più globalizzato ed è molto più difficile“.

Se poi in gruppo ci sono grandi fenomeni come Tadej Pogačar, le cose si fanno ancora più difficili: “Quando ci sono Pogačar o Remco è molto complicato, ne siamo consapevoli. Ma va bene, è l’epoca del ciclismo che ci è toccata e bisogna cercare di cogliere le opportunità quando loro non ci sono. E quando ci sono, allo stesso modo, cercare le occasioni, anche se ovviamente sono molte meno, perché è complicato andare al Tour e sapere che forse avrai possibilità solo in tre tappe. In quelle tre tappe devi dare il massimo perché sai che avrai un po’ di tregua. Ma è l’epoca del ciclismo che ci è toccata vivere. Anche grazie al fatto che il ciclismo ora è così, sta crescendo moltissimo e questo va a vantaggio di tutti noi“.

Infine, il 22enne ha commentato il caso dell’ex compagno di squadra Oier Lakzano, sospeso per anomalie nel passaporto biologico: “È evidente che nel ciclismo si darà sempre più risalto a questi episodi, anche per via del passato che ha avuto questo sport. E sarà sempre molto più drastico, ma credo che debba essere così e che sia quello che tutti vogliamo. Che sia così, perché più è severo e più vengono puniti i comportamenti scorretti, più è pulito. Noi vogliamo che sia così, le squadre vogliono che sia così. Le squadre pagano più di qualsiasi altro sport alla WADA affinché ci facciano più controlli che a tutti gli altri. Quindi noi, ripeto, vogliamo che sia così perché questo sport ha avuto un passato molto negativo e credo che stia andando nella giusta direzione“.