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Se a sentire pronunciare la definizione “reality show” avete la nausea, allora The Traitors Italia è – sorpresa! – proprio il reality che fa per voi. Mentre su altre reti, quelle generaliste, si punta, ormai da anni, su Grandi Fratelli vari che hanno saturato il pubblico con le loro dinamiche (farse) sempre uguali a loro stesse, Prime Video porta in Italia un prodotto dal successo internazionale che rappresenta una novità di settore. E che, soprattutto nel nostro Paese, restituisce nuova dignità a un genere che sembrava morto e sepolto per sempre sotto tonnellate di terra e un’unica, sbrigativa etichetta: quella di trash.
Come funziona The Traitors
L’uso della metafora lugubre non è un caso. Ambientato nell’atmosfera gotica e sinistra di un castello in Trentino, The Traitors è un po’ reality game psicologico e un po’ mistery ad alta tensione, con goduriose vibes da thriller psicologico e black humor, che confina in questo angolo di mondo 14 personaggi famosi, da Paola Barale a Filippo Bisciglia, da Rocco Tanica ad Aurora Ramazzotti, con la conduzione di Alessia Marcuzzi. Qui il meccanismo è deliziosamente spietato: tre di loro sono “traditori”, mentre tutti gli altri del gruppo sono “leali”; i primi hanno il compito di far fuori i secondi, e viceversa; gli assassinii, neanche a dirlo, avvengono al calare delle tenebre. Ed è così che comincia un vortice feroce di bugie, strategie e manipolazioni psicologiche, in attacco o in difesa, che ciascuno riserva al prossimo per salvare cara la pelle: nessuno si fida più di nessuno, ma l’obiettivo è portarsi a casa il montepremi. Il risultato è che, di fronte all’ennesima bugia, persino lo spettatore finisce in paranoia.
Perché The Traitors è l’ultimo vero reality show
E così, mentre su Canale 5 i vari Grandi Fratelli inseguono ormai disperatamente un’autenticità perduta, ricercandola in concorrenti ormai abilissimi nel maneggiare il logoro “piccolo manuale delle dinamiche televisive” — tra amori, litigi e amenità varie — qui, a The Traitors, le regole si ribaltano e l’autenticità viene finalmente ritrovata. Qui, infatti, ai concorrenti non si chiede forzatamente di essere loro stessi – quel maledetto “sestessismo” che ha rovinato questo Paese – bensì gli si chiede il contrario, ovvero di fare strategia: ed è – sopresa! – proprio nella capacità di mentire, e di ingannare il prossimo, che emerge il vero volto di ciascuno. È proprio nella pressione dettata dall’istinto di sopravvivenza, che viene a galla ciò che c’è di più vero in noi: le nostre vulnerabilità, e al tempo stesso, la serpe che ci abita dentro (vero, spietatissimo Giuseppe Giofrè?). Che poi, in fondo, The Traitors chiede ai concorrenti di fare ciò che meglio riesce all’essere umano, ovvero ciò che egli fa con più gusto: dubitare del prossimo.
Un cast impeccabile. Alessia Marcuzzi: “Il momento più pesante? Quando abbiamo inscenato un funerale”
Oltre, però, al gusto voyeuristico di scovare la serpe che si annida dentro ai personaggi dello spettacolo, The Traitors ha anche altri elementi che lo collocano un gradino sopra la media (“I soldi di Prime Video?”, chiederete voi. Beh sì, forse, ma sono comunque ben spesi). In primis il cast impeccabile – non se ne vedeva uno così centrato dai tempi del primo “Lol”, poi la costruzione autoriale che ricalca quella delle serie crime, in un crescendo di caleidoscopica tensione. E ancora una scenografia simil-cinematografica, tra bare, corvi sul castello e carri funebri. “Il momento più pesante? È stato quando abbiamo messo in scena un funerale”, ha raccontato, non a caso, Alessia Marcuzzi, conduttrice che si è prestata con coraggio a un tipo di humor nero a cui, in Italia, non siamo propriamente abituati. Una scelta, quella della presentatrice romana, che si è rivelata esatta: il ruolo sperimentale della spietata castellana – così lontano dalle vesti empatiche con cui si è sempre presentata in tv – le è riuscito perfettamente, ridonandole inoltre quella luce di modernità che da sempre aveva caratterizzato la sua carriera (e che ultimamente, tra le teste canute di Tale e Quale Show, aveva un po’ smarrito). The Traitors, del resto, arriva dopo un primo esperimento di Prime Video con “Roast in Peace”, il format che metteva in scena il funerale delle celebrità: idea interessante, ma dal risultato meno riuscito.
Giuseppe Giofrè, Pierluca Marini, Paola Barale e Tess Masazza
Il castello in cui è stato girato The Traitors Italia
Gli interni del castello