Pavia – I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno chiesto di poter acquisire i tabulati degli ultimi 6 anni (72 mesi) di 16 utenze telefoniche intestate a tre ex militari del Nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, perquisiti lo scorso 26 settembre (al momento non risultano indagati), e Antonio Scoppetta, coinvolto nelle inchieste pavesi ’Clean’.
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La richiesta, emersa da un’annotazione dello scorso 16 luglio, rientra negli accertamenti in corso per l’indagine della Procura di Brescia sull’archiviazione del 2017 di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, per la presunta corruzione in atti giudiziari contestata all’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e a Giuseppe Sempio, padre di Andrea.
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Un periodo di tempo, che pure non farebbe arrivare fino al 2017, ma che è il massimo ottenibile facendo riferimento al regime speciale di raccolta dei dati per reati gravi come l’omicidio, l’associazione mafiosa o il terrorismo. L’obiettivo sarebbe quello di far luce su presunte anomalie nei rapporti tra gli stessi ex carabinieri, che hanno fornito spiegazioni evidentemente non ritenute convincenti dagli inquirenti, e l’indagato Andrea Sempio.
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Inseguito e ucciso, l’ombra di Garlasco sul caso archiviato: “Nuove indagini per Soufiane”
Il giallo di Soufiane Ech Chafiy e l’ombra di Garlasco
Soufiane Ech Chafiy, 20enne di nazionalità marocchina, fu ucciso da un colpo di pistola sparato dalla polizia dopo un inseguimento in auto da Vigevano ad Abbiategrasso la notte del 24 marzo 2016 quando a reggere la Procura pavese c’era l’aggiunto Mario Venditti. Il caso è riemerso ora, andando quindi a inserirsi nel groviglio di inchieste, tra Pavia e Brescia, che dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007 porta al ’sistema Pavia’.

Soufiane Ech Chafiy, 20enne di nazionalità marocchina, fu ucciso da un colpo di pistola sparato dalla polizia dopo un inseguimento in auto da Vigevano ad Abbiategrasso la notte del 24 marzo 2016
Tre casi, la verità da cercare: Chiara Poggi, Massimo Adriatici e Soufiane
“I dati di fatto ci sono, si tratta di mettere in fila i pezzi”. L’avvocato Marco Romagnoli parla dell’istanza di riapertura delle indagini che insieme alla collega Debora Piazza ha presentato alla Procura di Pavia per la morte di Soufiane Ech Chafiy, 20enne di nazionalità marocchina ucciso da un colpo di pistola sparato dalla polizia dopo un inseguimento in auto da Vigevano ad Abbiategrasso, la notte del 24 marzo 2016. Il caso è riemerso ora, andando a inserirsi nel groviglio di inchieste, tra Pavia e Brescia, che dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, o meglio dalla prima archiviazione nel 2017 dell’ancora oggi indagato Andrea Sempio, porta dritto al ’sistema Pavia’, passando anche dal caso di Massimo Adriatici, l’ex assessore vogherese inizialmente accusato per eccesso colposo di legittima difesa e ora a processo per omicidio volontario.
Il faro sull’ex procuratore Mario Venditti
Ma il comune denominatore è la ‘reggenza’ della Procura di Pavia, dall’ottobre 2015 fino all’arrivo dell’attuale procuratore Fabio Napoleone a gennaio 2022, dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, ora indagato dalla Procura di Brescia (per la competenza sui magistrati) in due inchieste, almeno per quanto finora emerso, quella sulla presunta corruzione in atti giudiziari per la prima archiviazione di Sempio e quella più ampia, per corruzione e peculato, insieme anche al pm Pietro Paolo Mazza (all’epoca sostituto procuratore a Pavia, ora a Milano).

Soufiane Ech Chafiy, 20enne di nazionalità marocchina, fu ucciso da un colpo di pistola sparato dalla polizia dopo un inseguimento in auto da Vigevano ad Abbiategrasso la notte del 24 marzo 2016
“Nessuno ha sparato contro la polizia, gli agenti hanno messo a verbale il falso”
“Il contesto che sta emergendo – ammette l’avvocato Romagnoli – ci ha portato a ritenere che ora ci fosse finalmente il clima giusto per la richiesta di riapertura delle indagini”. Perché non vi eravate opposti all’archiviazione? “Perché abbiamo ricevuto l’incarico dai famigliari della vittima – risponde il legale – quando tutto era già stato archiviato. Avevamo difeso gli altri due ragazzi che erano sull’auto, accusati di resistenza e di aver sparato contro la polizia: sono stati assolti, il 22 ottobre 2020, per non aver commesso il fatto. C’è la sentenza del Tribunale di Pavia, passata in giudicato, che dimostra che nessuno ha sparato contro la polizia e che i poliziotti hanno messo a verbale il falso. Difendendo loro ci siamo resi conto che si trattava di omicidio, ma io e la collega ritenevamo che allora non ci fosse il clima per la richiesta di riapertura. Non c’era nessun difensore delle persone offese, avevano indagato il poliziotto per eccesso colposo di legittima difesa e subito archiviato”.
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Lo sparo di Adriatici che uccise Youns El Boussetaoui
La stessa accusa mossa dallo stesso pm Roberto Valli nei confronti di Adriatici per la morte di Youns El Boussetaoui, 38enne marocchino, ucciso in piazza Meardi a Voghera la sera del 20 luglio 2021. Per quel caso, sempre gli avvocati Romagnoli e Piazza, hanno rappresentato le parti civili nel primo processo terminato nel novembre dello scorso anno con la giudice Valentina Nevoso che ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per la riqualificazione del reato: il nuovo processo per omicidio, con il rito abbreviato accolto nell’udienza preliminare dello scorso 23 ottobre, inizierà il 26 novembre con la requisitoria che terrà il procuratore Napoleone.
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Qualche segnale dalla Procura anche per la riapertura del caso del 2016? “Per ora la Procura è in fase valutativa – risponde l’avvocato Romagnoli – come da procedura il procuratore Napoleone ha riassegnato il fascicolo allo stesso pm Valli. Vedremo. Intanto l’opinione pubblica deve sapere”.
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