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Luca Barbareschi: «Non mi invitano ai talk perché sono fastidioso. Mai preso un soldo da nessuno, sono un uomo libero»
IIntrattenimento

Luca Barbareschi: «Non mi invitano ai talk perché sono fastidioso. Mai preso un soldo da nessuno, sono un uomo libero»

  • 2 Novembre 2025

di Chiara Maffioletti

Da oggi, domenica 2 novembre, in seconda serata su Rai 3 va in onda il nuovo programma di Luca Barbareschi, «Allegro ma non troppo»: «Non sono un giornalista, ma da giullare il mio scopo sarà quello di aiutare a capire»

«Ormai quello che accade è talmente paradossale che lo spunto di comicità è quasi automatico». Luca Barbareschi, alla vigilia del debutto del suo late show (Allegro ma non troppo, dal 2 novembre in seconda serata su Rai3), ammette che avrebbe materiale «per cinquecento puntate». Abituato all’analisi e all’elaborazione («la crescita spirituale è l’unica cosa che conta nella vita»), vuole portare in tv l’arte del dialogo, in un’epoca in cui sembrano prevalere toni esasperati e tifoserie.

In ogni puntata intervisterà persone diverse, con opinioni diverse su argomenti universali.
«L’obiettivo è tornare a dialogare. Anche gli aerei decollano controvento: come può decollare un pensiero se tutti la vedono nello stesso modo? Se è quindi un pensiero unico? Noi ebrei siamo abituati a rispondere a una domanda intelligente, sempre, con un’altra domanda, si spera altrettanto intelligente. Così si cresce».



















































Il mondo, però, va in altre direzioni?
«E’ diventato anarchico e delirante. La politica è solo una cosmesi di concetti per cui vale tutto e il contrario di tutto. Nessuna regola è più rispettata. Per questo il mio programma è allegro… ma non troppo».

Quale è il suo scopo?
«Bisogna aiutare la gente a capire certe cose. Io non sono un giornalista, ma un giullare. Del resto uno sceglie: o il potere delle idee o l’idea del potere. Il giullare ha il potere delle idee. Detto questo, la mia libertà finisce nel momento in cui invado quella di un altro. E viceversa. Però conta il dialogo: in una discussione vengo verso una tua idea o tu vieni verso la mia. Poi magari non cambiamo opinioni ma la conversazione si arricchisce e così anche noi. Questo è il mio modo di fare tv ed è la tv che mi piace, anche se è sempre più rara».

Chi salva?
«Aldo Cazzullo, che fa un bellissimo programma, dove imparo ogni volta qualcosa di nuovo. O Augias, che al di là delle idee politiche, trovo sempre interessante. Mi piace sentire articolare degli argomenti, mentre non amo i conduttori faziosi. Penso sia reciproco, non a caso non vengo mai invitato in certi talk show, sono fastidioso. Ma io sono ben felice e mi faccio il mio talk show».

Oltre al dialogo cosa non mancherà?
«Lo humor. E poi ci sarà il potere taumaturgico della parola. Infine non mancherà la responsabilità, che sento particolarmente in un momento di post verità: siamo arrivati al punto in cui uno può negare una cosa che ha detto un minuto prima».

In questo scenario, il seguito delle sue trasmissioni dimostra che c’è voglia di quello che lei propone.
«E’ un po’ come il voto: se in una regione vota il 23 per cento, c’è un problema. C’è molta gente che non guarda la tv perché si è rotta di vedere quello che viene proposto, ma se c’è qualcosa di diverso, torna a partecipare. Poi si può essere larghi, come Goldoni a teatro, o più complessi, come Beckett. Io per parlare di certi argomenti userò le interviste di due personaggi anche molto diversi tra loro».

Come sceglie i temi portanti?
«Mi sono fatto un mio sentiero personale per affrontare macro temi che si studiano da millenni: il rapporto con il padre, quello con la madre, gli amici, l’incesto, il tradimento, l’arroganza. Saranno tutti spunti di riflessione».

Ha detto che lo scopo di tutto è la crescita spirituale. Nella sua personale evoluzione cosa sente di aver conquistato?
«Sono rimasto un uomo libero, non ricattabile. Non ho mai preso un soldo da nessuno, nemmeno nei miei anni da parlamentare. E ho conquistato anche il non aver bisogno di psicofarmaci per dormire, che non vuol dire non abbia fatto peccati, ma non sono né un ladro né un bugiardo né un corrotto».

Beh, non male come bilancio.
«Inoltre non ho paura del potere e dei potenti. E se vogliamo aggiungere l’ultimo dettaglio, la mia sarà l’unica trasmissione con un conduttore senza gli anelli al dito: ormai li indossano tutti, ma io li trovo orribili. Sono il signore senza anelli».

Non ha paura del potere ma torna in tv in uno spazio di potere.
«Sì, di grande potere e ne sento la responsabilità. Sarò coerente».

2 novembre 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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