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«Il quadro di De Chirico “Storia di Venezia” rubato nel 1969 a mio padre è passato sotto il martello londinese della casa d’aste Christie’s, venduto per 35mila sterline nonostante valesse almeno il triplo». Così denuncia Amedeo Goria, l’ex giornalista Rai andato in pensione nel 2021. A riportarlo il quotidiano Repubblica, secondo cui l’opera sarebbe finita in mano a chi ha cercato di farla restaurare per poi chiederne l’autenticazione a Roma.
APPROFONDIMENTI
Il dipinto
L’erede legittimo chiede ora ulteriori indagini.
Si tratta di un olio su tela di Giorgio de Chirico, 30 per 40 centimetri. Gli investigatori si sono messi a lavoro e hanno ricostruito tutti gli spostamenti dell’opera.
«È stato custodito per anni in maniera non consona, rovinato e modificato, poi presentato alla rinomata casa d’aste, che nel 2010 ha provato a far autenticare l’opera. Ma quando il dipinto è arrivato a Roma, la Fondazione De Chirico ha respinto la richiesta: l’opera era stata alterata per renderla irriconoscibile. Occorreva dunque ripristinarla», ricostruisce il quotidiano. Poi compare Marco Germasi, classe 1952, che ritira il dipinto e lo fa restaurare, e nel 2013 lo riporta alla Fondazione. L’opera viene certificata e nel 2015 il quadro finisce sul mercato.
Il faccendiere
«Germasi — scrivono i carabinieri — aveva piena consapevolezza non solo del valore commerciale dell’opera, ma soprattutto della sua provenienza delittuosa. E ha atteso il crepuscolo della vita dell’originario proprietario per ripulirla, autenticarla e reimmetterla sul mercato». La perizia sui restauri certifica «interventi maldestri e clandestini, eseguiti da soggetti non qualificati, funzionali a ostacolare l’identificazione dell’opera».
La denuncia
I militari chiedono perquisizioni, decreti di esibizione alla sede milanese di Christie’s, chiedono una rogatoria in Inghilterra. Pensano che siano stati commessi diversi reati: ricettazione, riciclaggio, esportazione illecita. Eppure, quando il fascicolo arriva in procura, tutto si ferma. Il pm chiede l’archiviazione perché i reati di riciclaggio di beni culturali, ricettazione culturale ed esportazione d’arte sono stati introdotti nel codice penale solo nel 2022.
L’avvocato Paolo Mendolicchio, che difende Goria, non ci sta. Si oppone e scrive che questa non è solo una controversia privata tra un figlio e un collezionista ma un tema d’interesse pubblico. E soprattutto, sostiene, non è stato interrogato Germasi e non sono stati acquisiti gli atti di Christie’s. Goria rischia di perdere il dipinto. Il due aprile la prossima udienza.
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