Alessia Orro racconta la sua vita a Verissimo. La campionessa mondiale di pallavolo apre il suo cuore per la prima volta, dal giorno in cui ha lasciato casa in Sardegna per inseguire il suo sogno a soli 13 anni, al bruttissimo periodo della sua vita quando è stata vittima di stalking.
Oggi Alessia è serena, innamorata del fidanzato Matteo e della sua famiglia: «Mamma è stata la prima allenatrice, giocavo con lei e mia sorella. Mi ha portato in palestra da quando sono nata. Da piccola ero attratta dal pallone che girava, difficile tenermi ferma».
L’addio a casa
A soli 13 anni lascia casa per andare a vivere il suo sogno, Alessia Orro lo ricorda a Verissimo: «È stato molto faticoso, ho sofferto tanto, chiamavo mamma quattro volte al giorno.
Il primo anno ho avuto la tentazione di tornare indietro, poi però ho sconfitto le mie difficoltà e sono andata avanti. Mia mamma soffriva tantissimo, ma lei mi ha dato una forza incredibile per continuare ad andare avanti».
L’amore è vivo nella vita della campionessa: «Sono innamorata di Matteo, non è stato amore a prima vista, sono passati due mesi prima he ci notassimo. Poi da quel giorno è come se fosse arrivato un uragano nella mia vita. Ho avuto delusioni nella vita, non volevo una relazione in quel momento, ma poi è arrivato lui e mi ha proprio rapita».
Lo stalking
Alessia Orro ha raccontato un periodo molto delicato della sua vita: «È iniziato tutto in nazionale il giorno del mio compleanno. Pensavo fosse un fan qualunque che mi portava un mazzo di fiori, ho ringraziato e poi sono andata via. Da lì è iniziato tutto: ho trovato messaggi d’amore e altri di odio, minacce, non riuscivo a capire. Poi ha iniziato a seguirmi ovunque andassi, sempre ubriaco e pericoloso. Inizialmente non ho capito la gravità: pensavo di potercela fare. È stato il periodo più brutto della mia vita perché ho iniziato a guardarmi sempre dietro, ad avere paranoie e non vivere la vita in modo sereno e felice. Ho sbagliato perché non mi sono aperta con le persone accanto. Denunciare è stata la scelta più giusta».
Arrestato la prima volta e dopo essere uscito dal carcere, Alessia l’ha ritrovato di fronte ancora più aggressivo e ha iniziato una seconda vita, scortata dalle guardie del corpo.
«Non guidavo più, scortata anche per andare al supermercato. Un giorno ero libera di fare tutto e il giorno dopo in prigione, per il mio bene. Un giorno mi sono svegliata e ho detto basta. Ho deciso di rinunciare alle guardie del corpo e lui è arrivato il giorno stesso. Io sono arrivata tre minuti dopo e la polizia è intervenuta subito prima che io riuscissi a vederlo», ha concluso Alessia.
Ultimo aggiornamento: domenica 2 novembre 2025, 17:53
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