di
Alice D’Este

L’idea del designer vicentino di D-Air Lab Alberto Piovesan, nata dopo un’esperienza vissuta nel continente del polo Sud coperto dai ghiacci: «Sono pensate per gli scienziati che lavorano a 3.233 metri di altitudine»

Ghiaccio, vento e una temperatura che può arrivare fino a -89 gradi. E un tempo limite di sopravvivenza all’esterno, che non supera i 10-15 minuti.
È nata tra i ghiacci dell’Antartide, in un luogo dove l’uomo si misura con la natura più selvaggia, l’idea di creare una linea di abbigliamento che fosse in grado di resistere alle condizioni estreme (e non solo), «che fosse più di un semplice indumento una specie di armatura dell’esploratore moderno, concepita per affrontare le condizioni più estreme».

Alberto Piovesan, trevigiano (e vicentino d’adozione) è il designer di D-Air lab che ha ideato – insieme ad altri colleghi – il prodotto. «L’esigenza era semplice e allo stesso tempo una delle più complesse – spiega – il personale che lavora in Antartide per motivi di ricerca sta a temperature che arrivano anche fino a -89 gradi. Questo perché lavorano nell’entroterra antartico nel periodo invernale, in particolare per il mantenimento delle basi. Parlando con loro abbiamo cercato di capire quali fossero i problemi principali nella vita quotidiana. A partire ovviamente dalle temperature, passando per la necessità di indossare diversi strati fino ad arrivare ai problemi di sudorazione, peso e ingombro. E su questo abbiamo iniziato a lavorare, puntando a realizzare un abbigliamento ad hoc».



















































Un sensore che «dialoga» con la temperatura corporea

La linea si chiama «75°06’» e ha aperto da poco uno store a Vicenza, primo store del Veneto (che era stato anticipato da un temporary store a Milano nel 2023). Negli anni sono state fatte diverse prove. I designer hanno prodotto giacche stagne pensate inizialmente per gli scienziati italiani alla Stazione Concordia, sul plateau antartico del Dome C, a 3.233 metri di altitudine (le coordinate 75°06′ Sud e 123°20′ Est, riportate nel nome del brand, identificano proprio quel luogo estremo). E poi ha pensato di espandere i suoi «clienti».

«Inizialmente abbiamo operato riducendo gli strati – spiega Piovesan – abbiamo lavorato molto sul primo per renderlo tecnologicamente avanzato, anche con l’aiuto di un’equipe medica». A livello pratico il primo strato ideato con l’aiuto della medicina di fatto «dialoga» con i dati corporei: monitora la temperatura, si attiva e riscalda nel momento in cui la temperatura corporea scende. «Le parti più a rischio sono le estremità, mani e piedi dunque – spiega Piovesan – e su questo abbiamo cercato un supporto medico importante, che ci aiutasse a leggere i dati. Il sensore si attiva quando la temperatura scende e riscalda l’indumento . Il secondo strato esterno, che è la tuta, ha l’obiettivo di contenere il calore generato e di contrastare dunque i -80 gradi proteggendo allo stesso tempo da venti a centinaia di km». I capi sono stati testati, in primis, dai designer stessi. «Sono entrato personalmente in una camera climatica in cui le temperature scendevano fino a -70 gradi – spiega Piovesan – altri test sono poi stati fatti dal team sul campo». 

La tecnologia anche per il quotidiano

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha approvato l’equipaggiamento che proteggerà scienziati, ricercatori e tecnici da temperature che possono arrivare fino a – 89 C°. Ma non saranno i soli. «La tecnologia che abbiamo usato – spiega Piovesan – permette di avere capi progettati per eccellere tanto nelle sfide estreme quanto in quelle di tutti i giorni. Vestirsi a strati non è una moda passeggera, ma una strategia intelligente testata negli ambienti più estremi del pianeta che può cambiare la vita quotidiana. Sono nati così i nostri capi dedicati alla vita di tutti i giorni».

Sabato 8 novembre in via Cesare Battisti a Vicenza il nuovo store aprirà le sue porte al pubblico inaugurando la mostra fotografica «Mongolia Diaries: verso territori inesplorati», un racconto visivo dedicato al viaggio-esplorazione in Mongolia attraverso la visione e l’estetica del fotografo Massimo Bietti. Lo store di Vicenza nasce non solo come punto vendita, ma come un laboratorio multidisciplinare, uno spazio di incontro e sperimentazione dove scienza, design e narrazione visiva convivono e si contaminano. «Si tratta del primo store in Veneto – spiega Piovesan – il nostro brand nasce dalle domande e dal confronto con l’esperienza di chi lavora in Antartide, uno dei luoghi più remoti e inospitali del pianeta, ma anche un avamposto di ricerca scientifica unico, dove vengono condotti studi di medicina, astrofisica, glaciologia e climatologia fondamentali per comprendere il futuro del nostro pianeta».


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2 novembre 2025