di
Floriana Rullo

Il dipinto di De Chirico rubato nel 1969 è riapparso in aste internazionali. Amedeo Goria, figlio del proprietario, continua la sua battaglia legale per riaverlo: la prossima udienza è fissata al tribunale di Ivrea ad aprile 2026

Un dipinto di De Chirico rubato nel 1969 al padre del giornalista Amedeo Goria ricompare dopo mezzo secolo di latitanza, camuffato con uno strato di vernice da chi voleva nasconderlo. L’opera è finita in mano a chi ha cercato di farla restaurare per poi chiederne l’autenticazione a Roma. Per questo il giornalista sportivo Amedeo Goria ora è sul piede di guerra. L’oggetto del contendere è un’opera di Giorgio de Chirico La storia di Venezia, olio su tela, 30 per 40 centimetri. Goria sostiene, prove alla mano, che l’opera sia stata sottratta al padre nel 1969 per poi ricomparire e infine essere battuta all’asta da Christie’s per 35mila sterline. 

Prima però chi lo aveva ottenuto nel 2010 ha anche provato a far autenticare l’opera presso la Fondazione De Chirico: con tanto di richiesta respinta. Nel 2015 il quadro è finito sul mercato: dopo un primo tentativo di venderlo all’asta di Milano nel 2011, Christie’s ha infine concluso l’affare.
Il suo percorso è stato ricostruito dai carabinieri: custodito per anni, poi rovinato e modificato prima di essere presentato alla prestigiosa casa d’aste Christie’s dove era stato sottovalutato visto che, sempre secondo il giornalista, l’opera avrebbe «almeno il triplo» del prezzo a cui è stato venduto. 



















































Ma non è quello il motivo per cui Goria, assistito dall’avvocato Paolo Mendolicchio prosegue ora la sua battaglia legale per riaverlo: «Quel quadro fu rubato a mio padre, ma continuo a sperare di rientrarne in possesso». La prossima tappa della vicenda è fissata ad aprile 2026 con l’udienza in tribunale di Ivrea. Erano stati gli avvocati dell’ex telecronista Rai a fare opposizione all’archiviazione di un procedimento chiedendo di fare svolgere ulteriori indagini da parte dei carabinieri del nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale.

Poi, scattata la denuncia di Goria, i militari di Torino avevano chiesto una rogatoria in Inghilterra e un decreto di esibizione a Milano sulle base delle ipotesi di ricettazione, riciclaggio ed esportazione illecita. Ma il pm aveva deciso di archiviare e quindi di non dare seguito alle indagini. Non è ancora finita: il legale del giornalista si è opposto. L’udienza sarà quindi decisiva per capire se potrà essere rintracciato il dipinto e se Goria, che si ritiene legittimo erede, potrà finalmente riappropriarsene.


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2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 19:51)