Luigi Frasca

02 novembre 2025

“La scuola non si arruola”, “contro il riarmo e le politiche di guerra”, “per sostenere la Palestina”, “costruiamo l’alternativa”. Non sono gli slogan di una piazza antagonista e ProPal ma la sintesi di un corso di formazioni per gli insegnanti:  “4 novembre, la scuola non si arruola”, organizzato da Cestes-Proteo insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. L’iniziativa è prevista per il 4 novembre – data in cui si celebra la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate – ma i sindacati di sinistra  salgono sulle barricate e gridano alla censura: il ministero ha annullato tutto! Ma come stanno le cose? 

La Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil denuncia l’“ennesimo atto di lesione della libertà di insegnamento oltre che di censura” affermando che le motivazioni addotte dal Ministero, ossia la presunta “estraneità agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti”, sarebbero “risibili”. Insomma, pe ril sindacato è uno scandalo “ritirare l’accreditamento a un corso che richiama i valori di pace sanciti dalla Costituzione”, di più, “significa ignorare la funzione critica e democratica della scuola pubblica. Mentre fioriscono iniziative che spingono gli istituti verso la cultura della militarizzazione, il Ministero sceglie di colpire chi educa alla pace”.

 

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Ma davvero il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha censurato un corso di formazione? “Sono stupefacenti le dichiarazioni della Cgil a commento del mancato riconoscimento da parte del Mim del corso ‘La scuola non si arruola’. La decisione del Ministero infatti non vieta alcunché: semplicemente non consente l’esonero dal servizio,  e dunque a spese del contribuente, per chi volesse partecipare ad una iniziativa che non ha i requisiti per il suo riconoscimento ufficiale”, chiarisce il ministro Giuseppe Valditara. “Il corso ha d’altro canto i connotati di una iniziativa propagandistica di natura prettamente politica – aggiunge Valditara – La Cgil dimostra di avere un concetto inquietante di democrazia: scambia la formazione per una occasione di indottrinamento contro il Governo. I tempi in cui pretendevano di fare propaganda nelle scuole sono passati. Noi difendiamo la scuola costituzionale, che mette al centro il rispetto verso lo studente e la necessità di una formazione seria e non ideologica”, conclude l’esponente del governo. 

 

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