di
Paolo Condò
Rossoneri e giallorossi hanno mostrato progressi rispetto a dieci giornate fa, il punto di vantaggio del Napoli è niente. L’Inter può ruotare gli uomini
Il Milan e la Roma mantengono le migliori difese del campionato (con il Como), ma non per merito dei loro stopper: la quantità di palle-gol sprecate prima dagli attaccanti di Gasperini e poi da quelli di Allegri è così elevata da macchiare almeno in parte lo scontro diretto fin qui meglio giocato. Vince il Milan perché dentro al tempo della Roma – il primo, splendido – Leao rovescia il campo con un’azionissima che Pavlovic non può esimersi dal trasformare. Quando invece la grande chance tocca alla Roma, dentro a una ripresa che il Milan domina, una prodezza di Maignan vieta a Dybala la giocata risolutiva dal dischetto. Ma al di là del risultato, che compatta la testa della classifica in una marmellata da sette squadre in 5 punti, sia il Milan che la Roma hanno mostrato progressi fotonici rispetto a dieci giornate fa. Il che le autorizza a proseguire un percorso di altissima classifica del quale fin qui erano un po’ bagaglio, e ora sono passeggeri. La vittoria del Milan restituisce al Napoli il primato solitario, ma un punto è niente a un quarto del cammino. Sabato Conte era insolitamente contento del pari con il Como: ieri s’è capito perché.
L’Inter ha vinto a Verona utilizzando per la prima volta i minuti di recupero, la finestra che racconta la profondità di un organico. C’è voluta un’autorete, il che aggiunge all’episodio la componente fortuna, ma il pallone in area l’ha mandato Barella, il primo a sfiorarlo di testa è stato Frattesi e quello la cui presenza ha ingannato Frese è stato Esposito, tutti interisti freschi in quanto cambi entrati da poco. La cura di Chivu nel ruotare gli uomini è più che visibile, quasi ostentata, il che ci dice che il business plan è la ripetizione della stagione scorsa fino ad aprile, ma arrivandoci con ben altre energie (e attaccanti di scorta) per non piantarsi in volata. Un cammino appena iniziato, e dunque i minuti risparmiati adesso fanno parte di un grande calcolo complessivo, che di strada prevede novità come Sucic e riscoperte come Zielinski, che ha coprodotto con Calhanoglu un gol favoloso, certo la cosa migliore del suo non ricchissimo catalogo nerazzurro. È la seconda volta che l’Inter si riporta sotto dopo essersi fatta staccare in uno scontro diretto. La terza prova sarà il derby, dopo la sosta.
Sotto il quartetto che guida la fila risalgono affiancate la nuova Juve di Spalletti e il solito Bologna, con la scorta del Como cui mancano solo i dettagli, tipo un rigorista decente. Il campionato è lungo ma la sensazione è che il treno dell’alta classifica sarà questo, a dispetto di due rose più forti della posizione che ricoprono, ma (diversamente) staccate. Mercoledì a Marsiglia l’Atalanta dovrà rilanciarsi verso obiettivi adeguati al suo rango, perché l’atteggiamento della squadra che ha perso a Udine non ha nulla a che fare con l’ultimo eccezionale decennio. La crisi della Fiorentina, invece, è sistemica, e in assenza di Commisso occorre un plenipotenziario capace di prendere decisioni: Pioli si può confermare o esonerare, ma a patto che dietro ci sia un piano. Altrimenti è pura pressione sul pulsante panico, e la situazione si fa sul serio pericolosa.
3 novembre 2025
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