di
Gianni Santucci
Negli anni Sessanta una certa Milano opulenta sceglieva le grandi ville di San Siro alla ricerca di raffinata e moderna distinzione. Ecco perché, nel 1968, Pier Paolo Pasolini mette a vivere in questa meravigliosa abitazione, al numero 16 di via Palatino, la famiglia borghese di Teorema
Cresce ancora l’edera sulla facciata della magione al numero 16 di via Palatino, vicino allo stadio, dove alberi e recinzioni nascondono i prati, le piscine, i discreti fasti e i silenzi d’un quartiere esclusivo e ormai un po’ fané: negli anni Sessanta invece una certa Milano opulenta sceglieva le grandi ville di San Siro alla ricerca di raffinata e moderna distinzione. Ecco perché, nel 1968, Pier Paolo Pasolini mette a vivere in questa meravigliosa abitazione la famiglia borghese di Teorema, madre e padre, figlio, figlia e cameriera: tutti finiranno per avere un rapporto con lo strano studente che si insinua in casa, e di fronte a quell’irruzione d’erotismo la borghesia «non può che rivelarsi per quello che veramente è e perdersi (come faranno i figli) o rinnegarsi (come il padre che rinuncia al proprio ruolo di sfruttatore di classe)» (Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 2019). La geografia della Milano alto-borghese messa in scena in Teorema tocca le Marcelline in piazza Tommaseo e il liceo Parini in via Goito; con qualche incursione popolare in piazzale Bande Nere, dove la madre (Silvana Mangano) va a cercare incontri occasionali, o in via Rubattino, a Lambrate, di fronte alla Innocenti, la fabbrica che il padre lascerà ai suoi operai.
Milano per Pasolini è stata oggetto d’interesse, mai d’amore. L’ha frequentata senza trasporto. L’ha attraversata senza la tentazione di fermarsi. Ha piantato su Milano l’occhio del suo genio come su un laboratorio sperimentale: altrove scopriva l’Italia alla soglia dalla mutazione antropologica; nella «sua» Roma viveva con strazio la metamorfosi già in atto; a Milano individuava la trasformazione già compiuta dal fascismo del consumo, che trascinava via corpi e teste, operai e borghesi, e forse per questo la città doveva sembrargli in qualche modo già sterilizzata.
La Milano di popolo e di strada l’aveva fugacemente attraversata nel 1959, per la sceneggiatura di un film che poi non fece, pubblicata solo nel 2013 col titolo La Nebbiosa: «La sceneggiatura Pasolini la buttò giù a penna — scrisse Antonio D’Orrico su 7 — chiudendosi per una ventina di giorni in un albergo di Milano. Gli era stata commissionata da un industriale milanese, Renzo Tresoldi, improvvisatosi produttore cinematografico. Tresoldi sarebbe più esatto ribattezzarlo Unsoldoemezzo perché, a quanto pare, pagava la metà di quanto prometteva (toccò anche a Pasolini). La Nebbiosa è la storia del Rospo, del Teppa, dell’Elvis, del Contessa, del Gimkana e altri teddy boys, giovani teppisti allora di moda, in cerca di avventure nella Milano fine Anni Cinquanta. In altre parole, è un Ragazzi di vita alla milanese, una Vita violenta all’ombra del Duomo».
Nel 1962 Pasolini andò in via Zuretti, dove Adriano Celentano viveva con la mamma Giuditta e la fidanzata Claudia Mori, per chiedergli se volesse recitare nel ruolo di Cristo in Il vangelo secondo Matteo, ma il cantante rifiutò la proposta. Nel 1964 invece PPP entrò col microfono «In una balera milanese», per un capitolo di Comizi d’amore, straordinario documentario su gli italiani e la sessualità: scoprì che ai ragazzi azzimati e un po’ leccati della modernissima metropoli del Nord gli «invertiti» facevano «ribrezzo» (il film è tutto costruito su interviste) proprio come ai giovani del sottoproletariato meridionale.
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E alla fine vennero gli articoli per il Corriere della Sera, editoriali capolavoro, pezzi di storia del giornalismo, poi confluiti negli Scritti corsari o nelle Lettere luterane: Io so…, o La scomparsa delle lucciole, sul «nuovo potere dei consumi… peggio che totalitario in quanto violentemente totalizzante». Poco prima di morire straziato e assassinato a Ostia, cinquant’anni fa, sul giornale della borghesia di Milano disse all’Italia cosa sarebbe diventata.
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2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 16:39)
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