«Il disegno è uno dei miei due vizi capitali, più antico di quello per la musica e le canzoni. La composizione musicale manovra su di me in forma di eccitazione, mentre pittura e disegno mi danno calma e leggerezza».
Le confessioni del maestro
Confessioni di Paolo Conte: tra spartiti e matite, tra capolavori assoluti scritti «nel tempo fatto di attimi e settimane enigmistiche» e «zazzarazaz», svela la sua anima pittorica nella mostra «Paolo Conte. Original».
Un viaggio in oltre 140 opere per scoprire il lato più intimo e inedito di un artista che ha fatto della libertà espressiva il suo segno distintivo. È la prima grande personale dedicata al grande cantautore e compositore italiano e alla sua espressione artistica nata ancora prima della musica: la pittura, declinata in jazz.https://www.lastampa.it/asti/2023/10/17/news/paolo_conte_pittore_del_jazz-13788828/
Da domani a Palazzo Mazzetti
Allestita nella sua Asti, a palazzo Mazzetti, la mostra sarà aperta da mercoledì 5 novembre al 1° marzo. Sono 143 lavori su carta, eseguiti con tecniche diverse e in un arco di tempo di quasi 70 anni. Paolo Conte ha coltivato per tutta la vita questa riservata passione per l’arte visiva, formandosi come pittore e disegnatore. Dopo aver esposto nel 2000 al Barbican Hall di Londra e in diverse città italiane fino al 2007, nel 2023 è stato invitato a esporre alla Galleria degli Uffizi, confermando il suo legame profondo con l’immagine. I suoi lavori conducono al centro della sua poetica: elegante, malinconica, jazzata e ironica.
A palazzo Mazzetti sono raccolte opere mai esposte, tra cui «Higginbotham» del 1957, a tempera e inchiostro, dedicata a uno dei primi grandi trombonisti jazz. Altro nucleo importante è la selezione di tavole tratte dalle oltre 1800 di «Razmataz», l’opera scritta, musicata e disegnata da Paolo Conte: in quell’opera non c’è solo il respiro degli anni ’20 c’è tutto Paolo Conte e c’è il dottor Jazz.
La scomparsa di una ballerina
Ambientata nella Parigi vitale e autunnale degli anni Venti dietro la misteriosa scomparsa di una ballerina, celebra l’attesa e l’arrivo in Europa della bellezza della giovane musica americana, il jazz. «Razmataz» svela la capacità di Paolo Conte di fissare sulla carta atmosfere e personaggi, in una libertà formale che richiama le avanguardie del primo Novecento: «Un periodo – afferma l’artista – carico per me di sensualità, di una immediata danzabilità che lo contraddistingue». L’esposizione si completa con una terza sezione di opere su cartoncino nero in cui Paolo Conte si affida alla suggestione delle linee e dei colori in un omaggio garbato, talvolta venato di ironia, alla musica classica, al jazz, alla letteratura, all’arte.
Il percorso originale
Particolare il percorso espositivo: le opere si susseguono secondo una scelta scrupolosa, espressione del suo singolare universo poetico. E questo non poteva che avvenire sotto la guida stessa del maestro Paolo Conte, e del suo sguardo inimitabile e «original», con un’avvertenza che riprende le sue parole: «Lasciare al pubblico la possibilità di immaginare con libertà massima».