Il tecnico rumeno sta facendo ricredere con i fatti chi dubitava sulla scelta dei nerazzurri di affidargli la panchina

Xavier Jacobelli, nel suo editoriale per Tuttosport, ha voluto elogiare Cristian Chivu: “I due complimenti più carini che gli avevano rivolto i detrattori erano stati: inadatto e inesperto. E poi giù con i giudizi superficiali e ingenerosi, tranciati un tanto al chilo, secondo i costumi che ben si attagliano a una parte della critica e della tifoseria, facilona e tastierista. Ricordate? Era il 13 settembre, Juve-Inter 4-3. E il 31 agosto, prima della prima sosta del campionato, San Siro era stato teatro di Inter-Udinese 1-2.

Due sconfitte nelle tre giornate iniziali del torneo che, invece, era partito alla grande con il 5-0 al Toro. Tre punti dei 9 a disposizione per Cristian Chivu, 45 anni, eroe del Triplete mourinhiano, 10 trofei, 169 presenze e 3 gol con l’Inter, alle spalle 13 panchine in Serie A che avevano significato la salvezza del Parma, anticamera della chiamata alla successione di Simone Inzaghi”.

“Ma l’ex difensore che per l’Inter a Verona rischiò la vita (6 gennaio 2010, frattura del cranio a causa di uno scontro fortuito di gioco con Pellissier, ricovero in terapia intensiva e immediatamente operato) in quei giorni agitati ha confermato di avere spalle larghe e nervi saldi. Come quelli mostrati a Charlotte, il 30 giugno, appena tre settimane dopo la sua nomina quando, eliminato dal Mondiale per club, giocando di sponda con Marotta, l’allenatore gestì con intelligenza e capacità di mediazione la grana Lautaro-Calhanoglu.

La diatriba sarebbe potuta essere esiziale per la nuova Inter, tutta da ricostruire dopo essere stata disintegrata dal Psg nella seconda finale di Champions persa in tre edizioni. Invece, la rappacificazione fra i due campioni si è rivelata decisiva per la squadra che, anche grazie a loro (il capitano, 6 gol in 11 gare; Hakan, 6 gol in 10 gare), dopo la Juve ha rialzato la testa nonostante l’infortunio di Thuram”.

“Sette vittorie di fila tra campionato e Champions League (dove i nerazzurri viaggiano a punteggio pieno assieme a Psg, Bayern, Arsenal e Real Madrid), la capacità di reagire subito alla sconfitta di Napoli, coronata dalle roventi polemiche arbitrali. Ed è qui che lo stile Chivu ha marcato la differenza fra il clangore delle parole troppo forti proferite sul ring del match Conte-Marotta e la sportività, l’educazione, il savoir faire di Chivu. […] Questa attenzione ai valori, al rispetto, al divieto di bestemmiare imposto ai suoi, oltre alle convinzioni personali dell’uomo, è stata rafforzata anche dall’esperienza dell’allenatore Chivu nel settore giovanile interista dove ha valorizzato talenti del calibro di Esposito che ora lancia in orbita in prima squadra.

[…] All’anima dell’inesperto, Chivu ha denotato anche una spiccata capacità di introspezione psicologica: ha incollato i cocci di un gruppo uscito a pezzi dalla finale di Monaco, ha rimotivato i veterani, ha recuperato Bisseck, ha progressivamente inserito i rinforzi come Pio, di cui sopra, Bonny, Sucic e presto arriverà anche il turno di Luis Henrique e Diouf”.