di
Rinaldo Frignani
L’attore chiama in causa Fabrizio Corona, Meta, Google, Youtube, Tik Tok, X, Ryanair per aver utilizzato gli audio privati con Martina Ceretti. L’ex suocera divorzista: «Fiera del padre dei miei nipoti»
Raoul Bova e l’ex suocera Annamaria Bernardini de Pace alleati contro la diffusione degli audio privati dell’attore con la modella Martina Ceretti nel ricorso al Garante della Privacy per diffidare una serie di soggetti: Fabrizio Corona, Meta, Google, Youtube, Tik Tok, X, Ryanair, insieme con le società di calcio di Napoli e Torino.
L’avvocato, insieme con il collega David Lecci, che difende proprio l’attore in questa fase del ricatto da parte, secondo la polizia postale, di Federico Monzino, che è stato denunciato per tentata estorsione, chiede l’immediata rimozione di tutti i contenuti riferibili alla vicenda sul blog di Corona «Falsissimo, oltre che da Google e Ryanair, e deindicizzare in modo globale la ricerca dei files prevedendo le massime sanzioni previste e la condanna di tutti i soggetti singolarmente a un risarcimento danni di mezzo milione di euro a testa.
L’ex suocera: «Fiera del padre dei miei nipoti»
«Sono fiera del padre dei miei nipoti, per questo ho deciso di difenderlo. Lui non ha ceduto al ricatto perché non aveva nulla da nascondere e ha presentato subito la denuncia. Ho apprezzato molto questa sua scelta», spiega lo stesso avvocato Bernardini de Pace, madre della prima moglie di Bova, Chiara Giordano, dalla quale si è separato nel 2013. Quindi la relazione con la showgirl e attrice spagnola Rocio Morales. Fino alla crisi e alla vicenda del rapporto con Martina Ceretti finito al centro di un ricatto per alcuni contributi audio dell’attore alla 23enne pubblicati da Corona dopo averli ricevuti da Monzino.
Sotto accusa c’è, si legge nel documento, la «diffusione illecita, fraudolenta, virale e scellerata di un file audio estratto da una conversazione privata fra lui e un’altra persona, Martina Ceretti, divulgato contro il volere, anzi a insaputa, del reclamante su tutte le piattaforme social e sui motori di ricerca», «oggetto, insieme all’inveritiera ricostruzione della propria storia anche familiare, della puntata “Falsissimo Episodio 13 – Diavoli E Tentatori Parte 1”, pubblicata da Fabrizio Corona sul proprio canale YouTube.
«Il video – si legge ancora nel documento -, allo stato, solo su YouTube conta oltre un milione di visualizzazioni e lo stesso Fabrizio Corona, nei giorni immediatamente successivi, si è compiaciuto pubblicamente di come la puntata nella quale è stata data in pasto a centinaia di migliaia di utenti la conversazione privata fra il reclamante e Martina Ceretti, illecitamente sottratta e illecitamente divulgata, fosse al vertice delle “tendenze” (e cioè dei contenuti più cliccati e ricondirvisi), sulla piattaforma Youtube».
«Da Ryanair danno all’immagine di Bova per garantirsi profitto»
In questa vicenda, «la diffusione del file audio è stata talmente scellerata e incontrollabile che alcune società multinazionali, come Ryanair, hanno sfruttato le parole del file in questione per fini di marketing». «L’illecito consistito nella diffusione di dati privati contenuti nel file audio di Raoul Bova ha avuto l’effetto, da una parte, di garantire profitto alla compagnia aerea, grazie alla spettacolarizzazione di questi contenuti, hanno potuto aumentare la loro visibilità sui social, dall’altra parte, di danneggiare ulteriormente l’immagine di Bova, rendendolo bersaglio di derisioni e pubblici giudizi basati, peraltro, su elementi della propria sfera riservata e familiare. In questa vicenda, la diffusione del file audio è stata talmente scellerata e incontrollabile che alcune società multinazionali, come Ryanair, hanno sfruttato le parole del file in questione per fini di marketing».
E «per comprendere le ragioni che hanno probabilmente contribuito alla proliferazione illecita e incontrollata del materiale, è doveroso chiarire che il contenuto del file audio in questione riguardava una serie di complimenti affettuosi che il Signor Bova aveva rivolto alla destinataria del messaggio e, nel farlo, egli è stato percepito, dagli utenti, goffo, imbarazzato e, secondo alcuni, anche fuori luogo per la scelta degli aggettivi usati (“Buongiorno essere speciale dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti (..)”. È stato proprio l’atteggiamento spontaneo del Signor Bova – originariamente destinato a rimanere nella riservatezza di una chat privata fra due persone – a essere invece strumentalizzato e a divenire oggetto di sarcasmo tagliente e spietato da parte di milioni di utenti del Web».
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31 luglio 2025 ( modifica il 31 luglio 2025 | 10:56)
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