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Sciopero nazionale nel mondo della scuola per l’intera giornata di martedì 4 novembre 2025. La mobilitazione coinvolgerà scuole e università su tutto il territorio, con possibili disagi per studenti e famiglie. L’agitazione è stata proclamata dal Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente (SISA) e dall’Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e delle Università, come confermato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con avviso ufficiale emesso il 28 ottobre 2025.
APPROFONDIMENTI
Chi partecipa allo sciopero
L’astensione dal lavoro riguarda un’ampia platea di lavoratori del comparto istruzione.
Per quanto concerne le scuole di ogni ordine e grado, lo sciopero coinvolge tutto il personale docente, i dirigenti scolastici e il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), sia con contratto a tempo indeterminato che determinato. L’agitazione si estende anche al settore universitario, dove sono chiamati a partecipare il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, oltre ad assegnisti di ricerca, ricercatori a tempo determinato, borsisti e docenti a contratto.Le motivazioni della protesta
Il sindacato SISA, nel motivare lo sciopero, ha articolato una serie di rivendicazioni che spaziano dalle questioni contrattuali e retributive alle riforme strutturali del sistema educativo.
Tra le principali richieste c’è quella di abolire il concorso per dirigente scolastico e passare a una figura elettiva sul modello universitario, da scegliere tra i membri del collegio docenti in possesso di laurea magistrale e con almeno tre anni di esperienza nel ruolo di primo collaboratore.
Sul fronte occupazionale, il sindacato rivendica l’assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili per docenti e personale ATA in tutti gli ordini di scuola.
Viene inoltre proposta la creazione di un ruolo unico docente con uguale orario e salario in tutti i gradi di istruzione, dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.
Un’altra richiesta centrale riguarda il recupero del potere d’acquisto: il sindacato chiede aumenti degli stipendi di almeno il 20% netto per compensare l’inflazione manifestatasi negli ultimi anni.
Tra le proposte innovative figura l’introduzione dello studio delle lingue arabo, russo e cinese nelle scuole secondarie superiori.
Il SISA chiede anche il pensionamento volontario ope legis a partire dall’anno scolastico 2026/2027 per il personale docente e ATA con invalidità compresa tra il 67% e il 100%, che abbiano almeno trent’anni di servizio e contributi senza vincoli di età anagrafica, con una decurtazione del 2,5% per ciascun anno mancante rispetto ai quaranta anni di servizio.
L’Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e delle Università, co-promotore dello sciopero, porta invece all’attenzione questioni legate alla presenza delle forze armate negli istituti scolastici e universitari, denunciando la presenza di militari in qualità di docenti nelle scuole e l’organizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) con visite presso basi militari o caserme.
I disagi previsti
In occasione dello sciopero, le scuole non sono in grado di garantire preventivamente il regolare svolgimento delle lezioni né la sorveglianza degli alunni, poiché l’adesione del personale avviene su base volontaria e non è obbligatorio comunicarla. Le famiglie sono state invitate dalle singole istituzioni scolastiche a verificare personalmente, nella mattinata del 4 novembre, la presenza dei docenti e l’effettivo svolgimento delle attività didattiche. Potrebbero verificarsi disagi relativi all’orario delle lezioni, alla vigilanza degli studenti e ai servizi di segreteria. Anche nelle università si prevedono interruzioni delle attività di ricerca, didattica e supporto amministrativo, con possibili limitazioni nell’accesso a biblioteche, laboratori e servizi di segreteria.
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