Cosa continua ad attrarti della moda, dal punto di vista visivo o concettuale?

Penso che sia il potenziale cinematografico della moda a continuare ad affascinarmi. La moda mi permette di creare personaggi e costruire intere narrazioni all’interno di un singolo fotogramma, come se fosse un cortometraggio. Ogni servizio fotografico diventa un mondo a sé stante, in cui ciascun dettaglio – gli abiti, l’illuminazione, la presenza della modella – contribuisce alla storia. Molte delle mie storie sono direttamente ispirate ai film. Ad esempio, abbiamo realizzato un servizio fotografico di alta moda con Lara Stone che si ispirava al film Il Gattopardo, diretto da Luchino Visconti. Lavorare in questo modo mi dà la libertà di esplorare le idee visivamente, di tradurre concetti cinematografici in immagini fisse che sembrano vive e stratificate.

steven klein libro vogue

UNSEEN & UNHEARD, 2014. Model: Joan Smalls, Fashion Editor: Tonne Goodman, Hair Stylist: Garren, Makeup Artist: Diane Kendal, Manicurist: Megumi Yamamoto, Set Designer: Andrea Stanley

In un momento culturale in cui il politically correct spesso definisce i confini della creatività, ritieni che la tua libertà artistica sia stata compromessa o che questi vincoli ti abbiano stimolato a trovare nuove e più sottili forme di provocazione?

Non ho mai pensato che il mio lavoro fosse definito da limiti imposti dall’esterno. I vincoli, culturali o di altro tipo, sono solo un altro elemento nella composizione e un’opportunità di tensione. Possono affinare l’immaginazione piuttosto che diminuirla. Per me, la libertà artistica non significa non avere confini, ma trovare lo spazio all’interno di essi per creare intensità, provocare sottilmente, sussurrare piuttosto che gridare. La sfida non è mettere in discussione le regole per il gusto di farlo, ma navigare le correnti invisibili della percezione, creare immagini che rimangono impresse, che turbano, che esistono appena oltre la comprensione immediata. In questo modo, i limiti non sono restrizioni, ma l’architettura invisibile dell’invenzione.