di
Gaia Piccardi
Jannik è arrivato nel capoluogo piemontese da Montecarlo lunedì sera, guidando da solo, come piace a lui. Le Finals saranno anche il primo torneo al mondo ad avere uno chef stellato nella players lounge. E ci sarà anche Djokovic
È arrivato ieri sera da Montecarlo, in auto. In anticipo. Guidando da solo, come piace a lui. È iniziata la settimana in cui tutti lo vogliono: sponsor, tifosi, storia. Torino chiude i suoi primi cinque anni da città ospite delle Atp Finals (nel 2026 l’evento rimarrà qui, poi dovrebbe cercare il salto di qualità a Milano a livello di biglietti venduti e immagine internazionale) accogliendo il suo campione in carica italiano da eroe.
E Jannik Sinner non si tira indietro. Come l’anno scorso, si presenta con il biglietto da visita di numero uno in tasca, stampato fresco nella tipografia di Parigi. La 66ª settimana da re è quella che introduce agli appuntamenti scadenzati in vista del debutto, che immaginiamo domenica. Domani il primo allenamento nel palazzetto torinese, la Inalpi Arena; a bordo campo, per l’occasione, si riuniranno i coach: Darren Cahill, che andrà convinto a continuare, e Simone Vagnozzi, a cui dovrà essere affiancato un aiuto, perché — se resta nel team — l’australiano viaggerà meno. Nella stagione delle polemiche sul calendario del tennis, sui campi e sulle palline, le Atp Finals hanno scelto Dunlop (come il tris sul rosso Montecarlo-Madrid-Roma) e un manto che non dispiacerà al signor Sinner. «È molto simile a quello dell’anno scorso, su cui vinse — spiega Paolo Lorenzi, il direttore del torneo indicato dalla Federtennis per affiancare l’inglese Adam Hogg, scelto da Atp —. Né velocissimo né lento: una buona via di mezzo che aiuta lo spettacolo, perché tutti vogliamo vedere un bel gioco». Il trionfo di Jannik a Parigi, su un campo che Alcaraz aveva definito «simile alla terra di Montecarlo», rende obsoleta qualsiasi discussione. «Chi è forte, vince dappertutto. E uno dei talenti di Sinner è adattarsi alla superficie più in fretta e meglio degli altri» chiosa Lorenzi.
Giovedì, nell’urna del sorteggio, ci sarà anche la pallina di Novak Djokovic. «Abbiamo la conferma, sarà a Torino» ha detto ieri il presidente Binaghi. La presenza del fuoriclasse dei 24 titoli Slam, detentore di sette Master (record), è una buona notizia: impreziosisce il campo di partecipazione e tiene alto il tasso tecnico del torneo. Ma costringe Lorenzo Musetti a vincere l’Atp 250 di Atene (finale sabato) per agguantare i punti necessari a superare il canadese Auger-Aliassime e qualificarsi in volata come ottavo maestro. L’azzurro debutta con Wawrinka nel tabellone di cui lo stesso Djokovic, che gioca «in casa» essendosi trasferito ad Atene portandosi dietro la licenza dell’ex torneo di Belgrado, è prima testa di serie.
La foto di classe di venerdì, giorno della conferenza stampa di lancio delle Finals, rischia di essere incompleta. Alcaraz, Sinner, Zverev, Shelton, Fritz e De Minaur, citati in ordine di Race per Torino, saranno nello scatto ufficiale. Djokovic, Aliassime o Musetti chissà. Ma domenica, quando sarà il momento di cominciare, tutti e otto i maestri saranno ai nastri di partenza. Un pasticcio che l’Atp ha pensato di sanare troppo tardi: dal 2026, la Race si chiuderà all’indoor di Parigi, senza costringere nessuno (Musetti) a una rincorsa a perdifiato fino alla vigilia delle Finals, con il rischio di arrivare a Torino in riserva sparata. La mina vagante Djokovic (il n.4 era fermo dal Master 1000 di Shanghai) non potrà essere nello stesso girone del n.3 Zverev; Alcaraz e Sinner presidieranno gruppi diversi.
C’è ancora qualche ora per godersi una città che per otto giorni vive letteralmente in funzione delle Atp Finals (avviso ai naviganti: Milano sarà partecipe ma molto più distratta), il Principi di Piemonte è stato transennato per garantire la privacy a Jannik e ai suoi fratelli, dentro il palazzetto si lavora per coccolare giocatori e entourage. L’idea è installare simulatori negli spogliatoi personalizzati: il golf per Alcaraz, la F1 per Sinner. E le Finals saranno il primo torneo al mondo ad avere uno chef stellato nella players lounge: Giovanni Grasso, una stella Michelin nel Canavese. Prosit.
4 novembre 2025
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