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Gianni Di Capua

04 novembre 2025

Saranno di almeno due anni i mandati dell’amministrazione transitoria a guida americana e della forza internazionale di stabilizzazione che saranno istituite per garantire l’attuazione del piano per Gaza. Lo prevede la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite preparata dagli Stati Uniti e anticipata dal portale israeliano Ynet. Il Consiglio di pace (Board of Peace, BoP nell’acronimo inglese), che il presidente americano Donald Trump intende presiedere, e “le presenze civili e di sicurezza internazionali” sono “autorizzate fino al 31 dicembre 2027, fatte salve ulteriori decisioni del Consiglio”, si legge. Il mandato potrà essere rinnovato con l’accordo degli Stati membri. La forza internazionale avrà, tra l’altro, il compito di assicurare la smilitarizzazione della Striscia e monitorare il rispetto del cessate il fuoco.

 

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L’amministrazione governativa transitoria avrà “la supervisione e il sostegno di un comitato tecnocratico e apolitico palestinese composto da palestinesi competenti provenienti dalla Striscia – come previsto dal comunicato finale della Conferenza di emergenza del Vertice arabo straordinario (di Sharm el Sheikh, ndr) – che sarà responsabile delle operazioni quotidiane della funzione pubblica e dell’amministrazione di Gaza”. Il Consiglio di pace, in quanto amministrazione governativa transitoria con personalità giuridica internazionale, “definirà il quadro di riferimento e coordinerà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza in conformità con il Piano globale, fino a quando l’Autorità palestinese non avrà completato in modo soddisfacente il suo programma di riforme” che sia “accettabile” per il Consiglio. La risoluzione “autorizza gli Stati membri che collaborano con il Consiglio di pace e il Consiglio di pace stesso a istituire una forza internazionale di stabilizzazione temporanea (Isf) a Gaza, da dispiegare sotto un comando unificato accettabile per il BoP, con forze fornite dagli Stati partecipanti, in stretta consultazione e cooperazione con la Repubblica araba d’Egitto e lo Stato di Israele, e ad adottare tutte le misure necessarie per svolgere il proprio mandato in conformità con il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario”, prosegue la bozza.

 

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L’Isf “collaborerà con Israele ed Egitto” insieme “alle forze di polizia palestinesi recentemente addestrate e controllate, per contribuire a garantire la sicurezza delle zone di confine”. Il contingente di stabilizzazione avrà il compito di “assicurare il processo di smilitarizzazione della Striscia di Gaza, compresa la distruzione e la prevenzione della ricostruzione di infrastrutture militari, terroristiche e offensive, nonché la dismissione permanente delle armi dei gruppi armati non statali”. I militari dovranno “proteggere i civili, comprese le operazioni umanitarie, addestrare e fornire sostegno alle forze di polizia palestinesi controllate e coordinarsi con gli Stati interessati per garantire i corridoi umanitari”. L’Isf dovrà assistere il Consiglio di pace “nel monitoraggio dell’attuazione del cessate il fuoco a Gaza” e “sarà finanziata attraverso contributi volontari di donatori e strumenti di finanziamento del Consiglio di pace e dei governi”. La bozza sottolinea poi “l’importanza della piena ripresa degli aiuti umanitari in cooperazione con il BoP nella Striscia di Gaza attraverso organizzazioni cooperanti, tra cui le Nazioni Unite, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, e di garantire che tali aiuti siano utilizzati esclusivamente per scopi pacifici e non siano dirottati da gruppi armati”.