Tadej Pogačar ha rischiato seriamente di ritirarsi dal Tour de France 2025. Già nelle scorse settimane lo stesso sloveno aveva rivelato di aver temuto di dover lasciare la Grande Boucle, poi vinta per la quarta volta in carriera, a causa di alcuni problemi a un ginocchio, ma a quanto pare la situazione era anche più grave di quanto avesse fatto intendere. A svelarlo è stato il compagno di squadra Tim Wellens in un’intervista a L’Équipe, con il belga della UAE Team Emirates XRG che, oltre a soffermarsi su questo episodio, ha parlato del dominio della squadra e del campione del mondo, oltre che della crescita di Isaac Del Toro.
“Durante la tappa verso Valence mi ha detto: ‘Tim, abbiamo un problema, mi fa molto male il ginocchio’ – ha raccontato Wellens riguardo a quanto accaduto al Tour – Stava così male che è sceso dall’auto per farsi visitare dal medico. Dopo la tappa, è andato in ospedale per fare degli esami. Hanno riscontrato un’infiammazione o qualcosa del genere, ma nessuno sapeva di cosa si trattasse. Stava davvero soffrendo e non eravamo sicuri che sarebbe riuscito ad arrivare al traguardo. Abbiamo persino pensato che potesse ritirarsi“.
“Si capiva che il suo corpo non era a posto: era gonfio, aveva preso peso“, ha aggiunto il 34enne. Fortunatamente, però, tutto si è risolto per il meglio: “Vederlo arrivare a Parigi è stato un enorme sollievo. Tutti si chiedevano perché non attaccasse, ma ora ha senso. Eravamo preoccupati per lui fisicamente, ma mentalmente è rimasto forte“.
Il belga ha poi analizzato la grande stagione della squadra, che ha sfiorato le 100 vittorie e ha corso da protagonista in quasi tutte le gare affrontate: “È vero che c’è fiducia. Prima del GP de Montréal, abbiamo detto: ‘Non c’è motivo di stressarsi, siamo i migliori’. E poi abbiamo dominato completamente la gara. Spero che le altre squadre non lo vedano come arroganza, ma posso capire se è frustrante“. Frustrazione che alcuni corridori del gruppo hanno ammesso di provare quando si trovano a fronteggiare Pogačar: “Se non fossi nella sua squadra, forse anch’io mi stancherei di lui. Ma vedo quanto lavora sodo. Per me è il corridore più professionale della squadra, insieme a Juan Ayuso. Un giorno eravamo appena tornati da Abu Dhabi, eravamo tutti esausti, ma lui è uscito ad allenarsi sotto il sole cocente”.
“È diventato una grande star – ha proseguito Wellens riguardo al fenomeno sloveno – Se deve fermarsi per andare in bagno durante una corsa, si nasconde perché la gente si precipita immediatamente a scattare foto. Non te ne rendi conto, ma lui lo sente 24 ore al giorno. A volte vedo che ne ha abbastanza, ma lo gestisce molto bene. Penso che Tadej continuerà a correre per molto tempo perché ama davvero quello che fa”.
Il 34enne ha parlato bene anche di un altro compagno di squadra, il giovane Isaac Del Toro: “Prima delle gare italiane alla fine della stagione, tutti erano stanchi, ma io non vedevo l’ora di gareggiare perché sapevo che ci saremmo andati con Isaac Del Toro. Era quasi certo che avrebbe vinto ogni volta. È stato fantastico far parte di quell’energia”. Il belga descrive il messicano come “molto intelligente e maturo. È come se avesse dieci anni in più. Anche con i suoi compagni di squadra, sa sempre cosa bisogna fare. Dopo il Giro, non ha vinto, ma ha comunque dato qualcosa alla squadra. Questo tipo di cose motiva tutti”.
Dopo una buona annata anche a livello personale, con il successo ai Campionati Nazionali e in una tappa del Tour de France, il classe 1991 guarda ora al 2026: “Stiamo parlando di fare una ricognizione per la Parigi-Roubaix. Adoro quando Tadej è con noi durante una gara. Quando c’è lui, tutto è migliore, l’atmosfera è più rilassata, ridiamo di più e lo staff è ancora più motivato”.
A Wellens non dispiace fare da gregario a Pogačar e rinunciare così ad alcuni obiettivi personali: “Non mi dà davvero fastidio. Ho abbastanza possibilità durante la stagione. Anche quando Tadej è presente, come alla Strade Bianche, sono l’ultimo a aiutarlo. Quindi sono arrivato terzo. Ho capito che è importante concentrarsi su ciò che conta davvero […] Ovviamente sogno di vincere il Giro delle Fiandre. Ma onestamente, se potessi vincere una qualsiasi delle Classiche, sarebbe già fantastico”.
