E’ il periodo dell’off-season ma non solo per i corridori. Se i team manager lavorano al ciclomercato e alla ricerca di nuovi sponsor, per i meccanici possiamo dire che sia un po’ come la quiete prima della tempesta. Ma attenzione: non stanno certo con le mani in mano.
Ne abbiamo parlato con Matteo Cornacchione, storico meccanico della Ineos Grenadiers, squadra WorldTour con atleti da tutto il mondo e che ha già l’Australia nel mirino per l’avvio di stagione. In questi giorni Cornacchione è a casa, ripartirà fra tre settimane, e quando può esce anche in bici. La passione, del resto, non va mai in off-season.


Quanto è davvero off-season per un meccanico?
Un po’ di giorni di ferie ce li facciamo, però le mie ferie sono più legate al divertimento, che può essere anche un giro in bici. Uso la mia off-season per godermi la bici, come magari non fanno i corridori: per loro è lavoro. Comunque dopo il Lombardia, non sono tornato subito a casa ma ho sistemato un po’ di materiale in magazzino.
Dove avete il magazzino?
In Belgio a Deinze, una località a un’ora a Nord di Bruxelles: posizione strategica perché ci sono tante gare e siamo vicini ai due aeroporti di Bruxelles. Non a caso da queste parti ci sono anche Lidl-Trek, Soudal-Quick Step, oltre ad altre squadre. Sono rimasto lì tre giorni.
E cosa hai fatto in quei giorni?
In questo off-season abbiamo sistemato il materiale e fatto qualche conference con i colleghi.
Cosa vi dite in queste conference? Magari le ordinazioni dei materiali?
Per il materiale abbiamo già un ragazzo che si occupa degli ordini: sa quanto abbiamo e cosa manca per partire. Noi meccanici pensiamo più alla logistica: camion, sistemazioni, materiali da portare in più o in meno nelle trasferte. Facciamo il punto su cosa ha funzionato un po’ meno bene, pensando anche all’organizzazione degli spostamenti aerei.


Anche perché i tempi stringono…
Vero: sembra presto, ma il tempo passa veloce pensando alla prima trasferta, che sarà in Australia per il Tour Down Under. Il nostro primo appuntamento sarà il 23 novembre al bike build, nel magazzino in Belgio. Faremo dieci giorni tutti insieme per sistemare il materiale e i camion: come devono essere disposti gli attrezzi, le bici…
Insomma, sei a casa ma non stacchi del tutto?
Esatto. Nei pomeriggi liberi capita di pensare a come migliorare le trasferte. Capire dove abbiamo sbagliato e proporre soluzioni alla squadra. Quando ci sono tre attività, quattro contando il ritiro, bisogna pensare a tutto: materiale e personale. Non a caso abbiamo un responsabile dedicato.
E con i corridori come vi organizzate?
Lasciamo tutto il materiale vecchio per l’intero periodo di off-season, così ogni corridore ha a casa una bici da crono e una da strada. E molti hanno anche la gravel: tanti ragazzi la usano per divertimento o gare.


E come restituiscono il materiale?
Quando vengono al ritiro di solito diamo la bici nuova e loro ci portano la vecchia. Hanno una sacca per il trasporto in aereo. Se arrivano in macchina, come fanno spesso gli spagnoli nei ritiri in zona, le portano direttamente loro. Spedire una bici in Europa costa oltre 200 euro. E’ importante dare le bici nuove presto, specialmente a chi comincia presto.
Perché?
Perché arrivare alla prima gara con sella o leve da sistemare al millimetro non è ideale. Serve un rodaggio: di almeno due-tre giorni sulla bici numero uno, cioè quella prescelta per la gara.
Parliamo dei nuovi arrivati? Hanno già una Pinarello? E come gliela fornite già settata?
Con i nuovi facciamo un bike fitting. Hanno già le loro misure, ma per adattarsi meglio alla nuova sella o ai manubri Most di Pinarello lo facciamo comunque. Se riusciamo, organizziamo questo bike fitting prima del Lombardia, in base agli impegni dei ragazzi con la vecchia squadra.


E dove avviene il bike fit?
Sempre nel nostro magazzino in Belgio, dove abbiamo spazio e tutto il necessario. Ci segue una ditta esterna e ci sono due coach: normalmente sono quelli che poi lavoreranno con i corridori. Chiaramente ne approfittano per conoscerli.
Ci sono anche i meccanici?
Sì, perché cerchiamo di consegnare subito la bici nuova con la sacca Elite per auto o aereo. La parte più lunga è quando serve un telaio diverso: cambiano attacchi, spessori… Per usare la bici nuova servono permessi della vecchia squadra, ma di solito dicono di sì.
E quando sono i corridori che lasciano la squadra?
Non c’è tutta questa fretta, sono ragazzi che conosciamo da tempo. Per esempio Salvatore Puccio, che ha smesso, ci ha restituito tutto subito dopo Il Lombardia. Però avere presto il materiale è meglio, soprattutto le bici da crono: può servire per preparare la stagione o per i giovani juniores o under 23 che ruotano attorno al nostro team.


Quando arrivano nuovi materiali come vi organizzate?
Le presentazioni si fanno sempre nel magazzino in Belgio, ci sono spazi appositi per i meeting. In particolare con Shimano, che insieme a Pinarello è il nostro partner principale, parliamo di cosa ha funzionato e cosa no. E ci spiegano gli upgrade… considerando che c’è sempre più elettronica. E lavoriamo parecchio anche con la ditta che ci fornisce la “cassetta attrezzi”
In che senso?
Se arriva un attrezzo nuovo, questo brand tedesco che ci supporta, ci spiega come usarlo. Non sono cose banali: oggi serve precisione assoluta. L’attrezzatura è fondamentale e ci chiedono anche le nostre esigenze, se magari abbiamo bisogno di altro. O se loro possono costruire un articolo apposito.
Matteo, tu sei anche un appassionato: se arriva qualcosa di nuovo ti informi subito?
Sì. Ricordo che quando siamo passati dai rim brake ai disc brake, e noi in Ineos siamo stati tra gli ultimi, ho studiato parecchio. Mi informai molto in quei mesi invernali su come montare e smontare le nuove bici col disco. Ma in generale, anche oggi di solito do sempre una sbirciata.