di
Federica Bandirali
L’imprenditrice alla seconda udienza pre-dibattimentale del procedimento che la vede imputata per truffa aggravata. Lei si è sempre proclamata innocente. Da 24 ore era in silenzio social
Un tailleur pantalone doppiopetto nero, con lunga giacca allacciata. Bottone dopo bottone. Sotto, una camicia bianca con colletto perfetto. Niente logo, niente eccessi, niente gioielli. Solo una borsa nera (su nero) portata – quasi mestamente – sotto la spalla. Capelli sciolti e trucco leggero, con un focus sulle labbra. Chiara Ferragni – da 24 ore in silenzio social – ha scelto un look bon ton, e quasi understatement per lei (ma con tacco a spillo), per arrivare in Tribunale a Milano: l’imprenditrice digitale era presente martedì mattina alla seconda udienza pre-dibattimentale del procedimento che la vede imputata, assieme ad altre due persone, per truffa aggravata per i noti casi del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua.
Assistita dai legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, l’influencer è entrata nell’aula della terza sezione penale, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, nell’udienza a porte chiuse. Ad accoglierla una folla di fotografi pronta a immortalare la sua presenza a Palazzo di Giustizia. Ferragni, nata a Cremona nell’87, si è sempre proclamata innocente. «Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti», queste le parole della Ferrgni all’uscita dall’udienza.
Assistita dai legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, Ferragni ha assistito alla discussione sulla costituzione dell’unica parte civile che potrebbe entrare nel processo, l’associazione Casa del Consumatore su cui il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza del 25 novembre prossimo. Avevano chiesto di entrare come parti civili nel procedimento, davanti al giudice della terza sezione penale di Milano Ilio Mannucci Pacini, anche una signora di 76 anni, che aveva comprato alcuni pandori, e l’associazione Adicu, ma entrambe hanno, poi, ritirato l’istanza dopo aver raggiunto accordi di risarcimento fuori dal procedimento.

Assistita dall’avvocato Aniello Chianese, l’associazione Casa del Consumatore, lo scorso 30 ottobre, aveva comunicato di aver rifiutato la proposta di 5mila euro di risarcimento. «Abbiamo proposto a Chiara Ferragni – aveva spiegato il presidente Giovanni Ferrari – di rinunciare alla nostra richiesta danni e costituzione di parte civile, a fronte non di denaro, ma di uno o due reel social per dimostrare il suo ravvedimento e impegno nel far conoscere un’app dedicata ai consumatori che stiamo realizzando». Secondo il legale dell’associazione, «non sono stati tutelati gli interessi lesi in relazione a circa 370mila prodotti venduti». Ora il giudice dovrà decidere, dopo la discussione di oggi su quell’istanza, nella prossima udienza se ammettere o meno l’associazione, mentre i legali di Ferragni hanno chiesto che la Casa del consumatore non sia parte civile. Poi, gli imputati, influencer compresa, sempre a novembre chiederanno il processo con rito abbreviato. Sentenza attesa per gennaio.
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4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 13:58)
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