Il n.1 già a Torino per le Atp Finals e protagonista di “Jannik, oltre il tennis” trasmesso da domani su Sky: “Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io”

4 novembre 2025 (modifica alle 20:17) – MILANO

“Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato qui e non in Austria, o da un’altra parte. Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io”. A qualche giorno dall’inizio delle Nitto Atp Finals, Jannik Sinner si è raccontato nel quarto capitolo di “Jannik, oltre il tennis”, l’intervista a cuore aperto con il numero 1 del mondo realizzata dal direttore di Sky Sport Federico Ferri e in onda da domani dalle 20.45 su Sky Sport Tennis e Now. “Perché abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze, sì. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita”. 

gli idoli —  

Nell’intervista realizzata in un set allestito all’Istituto di Candiolo per la ricerca e la cura del cancro, in provincia di Torino, davanti a un pubblico di pazienti, ricercatori e medici dell’ospedale e alla presenza della presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Allegra Agnelli, Sinner ha parlato del suo primo idolo: “È stato Andreas Seppi. Poi dopo, quando sono entrato un po’ nel tennis, è diventato Roger Federer, poi ho conosciuto Rafa Nadal ho detto: lui umanamente è incredibile. Poi ho conosciuto Nole e ho detto: lui è incredibile in quello che fa. Però poi ti rendi conto che siamo persone che non cambiano il mondo. Invece oggi siamo seduti qua e voi (rivolto al pubblico di ricercatori e medici dell’Istituto di Candiano) fate la differenza, voi che riuscite a dare una vita o a risolvere dei problemi che sembrano impossibili. Noi giochiamo solo a tennis, cerchiamo di tirare una pallina in campo. Poi c’è chi lo fa meno bene e chi lo fa di più”.

la scelta—  

Jannik ha spiegato anche come è nata la decisione di non disputare le finali di Coppa Davis. “A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, a parte che hai una settimana in più di vacanza e arrivi in preparazione più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia… però se tu inizi 7 giorni prima le settimane di carico, perché non è che inizi a mille già dal primo giorno, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa fosse la scelta giusta [non giocare la finale Davis]. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto “io voglio giocare la Davis” e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto “no, quest’anno voglio giocare perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto ‘ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile’ e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che nel 2025 sicuramente non avrei giocato”.

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la fiducia—  

 Per le Finals di Bologna Sinner chiede di avere un po’ più di fiducia nell’Italia: “La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, ci possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta”. Ora la testa è tutta sulle Atp Finals in programma dal 9 al 16 novembre.