Nuove gare sono all’orizzonte e programmate per il 2026. Il calendario italiano delle prove internazionali subisce una piccola rivoluzione inserendo nuovi eventi nel suo programma grazie alla spinta della rinnovata Lega Ciclismo Professionistico. In alcuni casi si tratta di rientri dopo un lungo periodo di buio, in altri di prove completamente originali.
Non toccherà più al Trofeo Laigueglia inaugurare la stagione com’era solito fare da svariati anni a questa parte, ma sarà il Giro di Sardegna, la cui ultima edizione risale al lontano 2011. Nel corso di questo lungo intervallo più volte si era pensato di rilanciarlo, ci si era andati vicino nel 2020 quando venne coinvolta la società Extragiro, ma il Covid annullò ogni sforzo. Ora ci si riprova, con l’incarico organizzativo affidato al Gs Emilia di Adriano Amici che lo allestirà dal 24 febbraio all’1 marzo.


Ad aprile il Giro della Magna Grecia
Extragiro però non rimane a guardare, anzi è soggetto primario in questa sorta di rivoluzione voluta dalla Lega e fortemente legata al lancio in grande stile della Coppa Italia delle Regioni che nei propositi del presidente Pella dovrebbe davvero toccare tutte le 20 regioni italiane. Alcune di esse, quelle dell’estremo sud, dovrebbero essere coinvolte nel neonato Giro della Magna Grecia, allestito grazie a un accordo che la stessa Lega ha stretto con la fondazione omonima per dare risalto ai territori cardine della nostra civiltà.
Nei propositi il percorso dovrebbe toccare Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia, ma con 5 giorni a disposizione (dal 12 al 16 aprile) appare difficile riuscire subito in quest’intento. La cura organizzativa è stata affidata all’esperienza della società Extragiro e giustamente Marco Selleri si tiene un po’ sul vago, considerando anche che per la sua struttura si tratterà di lavorare in trasferta.


Rilanciare l’Italia come sede di ritiri
«Su questa gara presentai a suo tempo un progetto legato proprio alla necessità di riportare il ciclismo al Sud in pianta stabile, provando piano piano a fare quello che sta facendo la Spagna. Pochi considerano che la forza del movimento iberico è data anche dal fatto che le squadre professionisti pagano 30 euro di pensione completa al giorno. Noi possiamo fare altrettanto, solo così possiamo rilanciarci. Pella ha i contatti politici che servono per realizzare l’idea, ha sentito la Fondazione e gli è venuto in mente di denominare questa nuova gara a tappe Giro della Magna Grecia».
Selleri specifica come anche il Giro della Sardegna è nato in seno alla Lega, ma è stato appoggiato ad Adriano Amici: «Si cerca di utilizzare organizzatori che sono specializzati soprattutto in gare a tappe. Noi un po’ di esperienza ovviamente l’abbiamo, anche perché siamo un service anche di RCS. Per ora non sappiamo ancora come sarà strutturata la corsa, che territori toccherà, ma siamo nell’ambito della Magna Grecia storica, quindi sarà in tutte o parte delle regioni interessate».


L’idea di una gara da Lione a Torino
Un’altra manifestazione affidata a Extragiro, questa nuova di zecca, è la Lione-Torino: «E’ una gara che è nata da un’idea di tre persone, a cominciare da Philippe Colliou, che è l’organizzatore del Tour de l’Avenir. E’ diventato mio amico dal 2020 perché allora era collaboratore dell’UCI per i mondiali di ciclismo. E’ stato con me 20 giorni per preparare i mondiali di Imola e da lì è nata una profonda amicizia soprattutto legata alla passione per il ciclismo. Con lui e il giornalista Aldo Peinetti, durante le ultime due tappe del l’Avenir del 2024, nacque quest’idea di fare questa corsa nuova transfrontaliera tra Francia e Italia, legata ovviamente anche a quello che si sta costruendo, il nuovo traforo ferroviario per l’alta velocità».
Selleri ammette che non è semplice allestire una gara transfrontaliera (in programma dall’1 al 3 luglio) considerando le diverse legislazioni: «I problemi in questo momento sono soprattutto dalla loro parte e sono figli di un periodo difficile politico, di conseguenza quando c’è instabilità politica si muovono anche meno i soldi pubblici. Poi naturalmente cambiano le leggi e i regolamenti da una parte e dall’altra. In questo senso però riprenderemo l’esperienza del 2024, quando le ultime due tappe finivano in Piemonte e noi al confine abbiamo preso in carico la corsa mantenendo le nostre leggi sul codice della strada».


Al via il primo Giro d’Italia per juniores
Uno sforzo notevole, dettato dalla passione: «Se non ce l’hai, non c’è nulla da fare per questo sport. Sfido qualsiasi organizzatore, tranne RCS che lo fa per business ad allestire eventi simili perché i costi sono molto elevati, gli sponsor privati sono praticamente azzerati e bisogna sostenere costi che per una gara 1.1 di un giorno partono da 180 mila euro. Ma noi ci crediamo e oltre a quelle segnalate, nel 2026 lanceremo anche il primo Giro Giovani».
E’ una competizione nuova, riservata agli juniores inserendo anche questa categoria nell’universo della maglia rosa, dal 29 luglio all’1 agosto: «Questa è una mia idea. Abbiamo preso spunto dal nostro Giro d’Italia giovani under 23 che abbiamo concluso nel ’22 Da lì ho detto “proviamo a ripartire”. Sarà una gara internazionale a tappe per la categoria. La mia idea è quella di fare campo base come si fa in Lunigiana, tutti i pernottamenti nello stesso posto e con pochi spostamenti si fanno le 4-5 tappe. I percorsi sono da costruire, forse faremo base in Emilia andando poi a toccare altre regioni limitrofe. Questi sono i mesi in cui si lavora, dove si approfondiscono tutti i compiti per la prossima primavera/estate».


Il Lazio ritrova la “sua” classica
Il nuovo programma 2026 prevede anche il Gran Premio Emilia il 29 marzo, il rinnovamento della Milano-Rapallo articolata su due gare distinte, una cronosquadre e una in linea il 19 e 20 settembre e soprattutto il GP del Lazio previsto il 19 settembre, affidato allo staff di Claudio Terenzi che quindi, dopo aver curato le altre categorie nella tre giorni del Gran Premio Liberazione di aprile, fa il suo ingresso anche fra i professionisti.
La gara si lega idealmente al Giro del Lazio che fino al 2014 ha portato sulle strade romane il meglio del ciclismo mondiale. «La corsa è la stessa – afferma Terenzi – inizialmente era stata una proposta messa sul banco senza molte speranze, sapendo le difficoltà per rilasciare nuove gare. Invece a settembre ci siamo ritrovati con questo nuovo impegno che accogliamo a braccia aperte. In questo modo vediamo premiati gli sforzi di sei anni della Terenzi Sport, nei quali abbiamo organizzato 18 gare internazionali».


A Roma torneranno i campioni a settembre
E’ curioso il fatto che la gara cambia leggermente la sua denominazione, ma non si stacca dal suo passato: «Avevamo uno scrupolo legato a eventuali diritti legali sul Giro del Lazio. Era più semplice partire ex novo. ma la gara sarà praticamente identica, a parte il percorso che va chiaramente scelto. Ma logicamente il Lazio è quello, le strade sono quelle e la conclusione vogliamo che sia a Roma, nel centro come in passato. Devo essere un po’ abbottonato su tutto perché per far sì che questa gara risorga come meriti c’è bisogno anche di un budget importante e ci stiamo muovendo in tal senso».
Si punta naturalmente ad avere qualche team del World Tour e Professional a parte quelli italiani: «Sicuramente, all’altezza della tradizione pur in un periodo estremamente denso di gare, visto che il giorno dopo c’è il Giro di Romagna. Ma questo può agevolarci, credo che le squadre siano più facilitate per gli spostamenti perché abbattono i costi. Noi faremo il massimo, vedremo chi farà parte della contesa…».